Roma - Nel giorno dell'anniversario della strage di Charlie Hebdo, Parigi piomba di nuovo nell'incubo terrorismo. Un uomo e' stato ucciso stamane dinanzi a un commissariato al XVIII arrondissement di Goutte d'Or, un quartiere multietnico nella parte settentrionale della capitale, mentre tentava di aggredire un poliziotto: l'uomo aveva un coltello e una cintura esplosiva, che poi e' risultata essere finta. Prima di essere abbattuto, ha gridato "Allah e' grande". Tra i suoi abiti e' stato trovato un foglio di carta con il disegno della bandiera dell'Isis e una "inequivocabile" rivendicazione in lingua araba in cui e' visibile la scritta Daesh" (acronimo di Isis). Fonti investigative hanno riferito che nella rivendicazione l'uomo giura fedelta' all'Isis, e al suo leader, il califfo Abu Bakr al-Baghdadi. Sempre nella rivendicazione, l'uomo minaccia vendetta per gli "attacchi in Siria". L'aggressore non aveva documenti, ma con il confronto delle imponte digitali e' stato possibile riaslire a un marocchino di 20 anni, senza fissa dimora, condannato per furto nel 2013 a Sainte-Maxime nel Var: in quella occasione il giovane si era identificato come Sallah Ali, nato a Casablanca nel 1995. Si tratterebbe del gesto di un lupo solitario, perche' non e' statal momento rilevata attivita' di complici.
Negli attimi convulsi dell'evento, gli abitanti della zona sono stati invitati a chiudere le finestre e tenersi lontani dai balconi. Un anno dopo la strage nel settimanale satirico, il presidente socialista Francois Hollande ha annuncia nuove misure di sicurezza. Il "terrorismo non ha terminato di porre una terribile minaccia sul nostro Paese", ha avvertito il capo dell'Eliseo. "Siamo in guerra", ha ricordato anche oggi Hollande nella prestigiosa sede del quartier generale della polizia, nel cuore di Parigi, di fronte a unita' di polizia, gendarmi, soldati e membri delle unita' d'elite del Riad e del Gign, le 'teste di cuoio' francesi che sono entrati in azione sempre durante gli attentati terroristici dell'ultimo anno. Il presidente vuole inasprire il codice penale perche' si possa lottare piu' efficacemente contro la criminalita' organizzata e il terrorismo. Tra le disposizioni piu' importanti che verranno analizzate dal consiglio dei ministri in febbraio, un allentamento delle regole di ingaggio dei poliziotti armati, un allentamento delle norme per compiere perquisizioni e raid nelle abitazioni, che ora necessitano delle autorizzazione dei giudici. Ma "la lotta contro il terrorismo - ha aggiunto Hollande - non puo' essere condotta da noi soli ma richiede anche l'intervento dei nostri partner europei". Il presidente ha ricordato che "da un anno" la Francia ha adottato diverse iniziative e -ha aggiunto- "devo dire che ha combattuto da sola"; ma, ha proseguito, "oggi le capitali hanno preso coscienza del pericolo".
Il titolare dell'Eliseo ha quindi ricordato la direttiva sul Pnr, la registrazione dei dati dei passeggeri, che "sara' adotta dal Parlamento europeo alla fine di questo mese". Hollande ha sottolineato anche che la Francia ha ottenuto la creazione di "un'agenzia europea di guardia costiera" per controllare le frontiere dell'Ue. Intanto, uno dei piu' importanti foreign fighters dell'Isis, il 35enne francese Salim Benghalem, e' stato condannato in absentia da un tribunale di Parigi a 15 anni di prigione. Benghalem, sul cui capo pende un mandato di arresto internazionale, viene ritenuto una figura centrale nel reclutamento di giovani volontari tra le fila del 'califfato'; in Siria dal 2013, e' stato probabilmente uno dei carcerieri dei giornalisti occidentali e cooperanti giustiziati dagli uomini di Abu Bakr al-Baghdadi. Incarcerato nel 2007 per violenza di gruppo, e' tornato in liberta' nel 2010; data dopo la quale e' verosimilmente andato in Yemen. Apparteneva alla 'filiera' di jihadisti di Buttes Chaumont, da cui provenivano anche i due fratelli Said e Cherif Kouachi, autori dell'attacco alla rivista Charlie Hebdo di un anno fa; a febbraio era quindi apparso in un video dell'Isis, esaltando il massacro ed esortando a nuove violenze. Il tribunale parigino ha condannato altri sei uomini, che erano tornati da Siria e Iraq, con pene che variano tra i sei e nove anni. (AGI)