Pechino - I Soccorritori hanno trovato la prima vittima al parco industriale di Hengtaiyu, nella citta' sud-orientale cinese di Shenzhen, travolto da un frana nella mattina di domenica scorsa, ora locale, mentre scende a 76 dispersi il bilancio dell'incidente, dopo che quindici persone mancanti all'appello sono state rintracciate dalle autorita'. Nella giornata di oggi, scrive l'agenzia Xinhua, altri quattromila soccorritori si sono aggiunti alle squadre gia' presenti sul posto nel tentativo di salvare il maggiore numerando di vite umane dopo la frana provocata dal crollo di una montagna di fango e detriti industriali che ha travolto trentatre' edifici della zona. I soccorritori utilizzano scavatrici, droni e sensori per la ricerca delle persone scomparse in quella che il Ministero della Difesa cinese definisce una "lotta contro il tempo" per ritrovare sopravvissuti. Finora sette persone sono state salvate dalle macerie, mentre altre novecento sono state evacuate nelle prime ore dopo la frana.
Intanto, si cercano i primi colpevoli della tragedia. Nelle scorse ore, la polizia ha fatto irruzione negli uffici del gruppo che gestisce il sito, la Shenzhen Yixianglong Investment Development, che non era in regola con la licenza per operare. Il diritto a gestire la zona era stato ottenuto nel 2013 da un gruppo, la Luwei Property Mangement di Shenzhen, che lo avrebbe pero' ceduto alla Yixianglong, per 750mila yuan, poco piu' di 115mila dollari al cambio attuale. Nella giornata di domenica, il primo ministro cinese, Li Keqiang, aveva chiesto indagini ufficiali per accertare le responsabilita' dell'accaduto. La tragedia di Shenzhen riapre il capitolo spinoso per il governo cinese della sicurezza sul lavoro, a distanza di quattro mesi da un altro grande disastro industriale, quello delle esplosioni al porto di Tianjin in cui sono morte almeno 170 persone e che ha provocato danni per milioni di yuan nell'area circostante.
Le indagini successive al disastro hanno portato al licenziamento del responsabile nazionale per la sicurezza sul lavoro, Yang Dongliang, e alla sua successiva espulsione dal Partito Comunista Cinese con l'accusa di corruzione. Licenziato anche il presidente del porto di Tianjin, Zheng Qingyue, con l'accusa di inadempienze. Almeno quattro grandi disastri causati da errori umani sono avvenuti in Cina nel corso del 2015: oltre alla frana di Shenzhen e alle esplosioni di Tianjin, nel giugno scorso oltre quattrocento persone erano morte per l'affondamento di una nave da turismo sul fiume Yangtze, mentre altre 36 persone erano morte proprio nella notte di Capodanno 2015 a Shanghai schiacciate dalla calca. (AGI)