Arlington (Stati Uniti) - Cinque mesi e mezzo dopo la drammatica vicenda di Cecil, l'anziano esemplare maschio di leone ucciso il 6 luglio scorso nello Zimbabwe dal dentista americano Walter James Palmer appassionato di caccia grossa, la specie felina e' stata riconosciuta dagli Stati Uniti come a rischio di estinzione, a seconda dei casi "in grave declino" o comunque "minacciata", e percio' tanto la varieta' africana quanto quella indiana saranno d'ora in poi protette dalle leggi Usa: lo ha annunciato l'Fws, il Servizio federale per la conservazione della fauna selvatica.
Le nuove norme renderanno molto piu' difficile l'importazione e l'esportazione di carcasse e trofei, tanto ambiti da individui come Palmer. "Oggi stiamo raccontando la storia dal punto di vista dei leoni", ha commentato il direttore dell'agenzia statunitense, Dan Ashe, pur ammettendo che non sara' vietato l'abbattimento dei capi in se'. Tuttavia "alzeremo in misura significativa l'asticella" per chi intenda richiedere un apposito permesso, ha aggiunto. "Il leone e' una delle specie piu' amate del pianeta Terra, e una parte insostituibile del patrimonio globale che condividiamo", ha sottolineato Ashe. "Se vogliamo garantire che popolazioni leonine sane continuino ad aggirarsi per le savane africane e per le foreste indiane", ha concluso, "prendere l'iniziativa spetta a tutti noi, e non solo agli abitanti di quelle aree". Insomma, anche se e' occorso tanto tempo e se resta in liberta' colui che e' ormai noto come il suo killer, il sacrificio di Cecil sembra non essere stato vano. Diventata un vero e proprio simbolo del parco nazionale 'Hwange' dove viveva nell'ex Rhodesia, amatissima da turisti e appassionati di natura, e per di piu' coinvolta in un programma di ricerca biologica condotto dall'Universita' di Oxford, la belva fu centrata da Palmer con una freccia, ma occorsero quaranta ore di fuga e di agonia perche' fosse rintracciata e finita a colpi di fucile. Il collare con Gps che gli era stato fatto indossare per seguirne gli spostamenti fu occultato, e spari' anche la rara criniera bordata di nero che contraddistingueva l'animale. Palmer, che in patria è recidivo per bracconaggio, guai legali a parte fu costretto a settimane di autentica latitanza. Una volta rientrato al suo studio di Minneapolis, e' stato piu' volte oggetto di furiose contestazioni sfiorando il linciaggio. (AGI)
(21 dicembre 2015)