Unioncamere, si torna timidamente a comprare (+0, 3%)
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Unioncamere, si torna timidamente a comprare (+0, 3%)

Unioncamere, si torna timidamente a comprare (+0, 3%)

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(AGI) - Roma, 8 dic. - Un timido risveglio dei consumi dellefamiglie si profila a fine anno (+0,3%), per effetto di un piu'robusto recupero degli acquisti dei beni durevoli (+2,9%), diuna piu' contenuta ripresa dei servizi (+0,5%) e dei consumialimentari (+0,4%). E' quanto rileva l'Osservatorio "Prezzi emercati" dell'Indis, Istituto dell'Unioncamere, secondo cuipero' sui bilanci familiari si intravvedono alcune insidie: ilrischio di forti aumenti nei prezzi di olio d'oliva, di pasta edelle tariffe. Secondo le stime dell'Osservatorio, comunque,l'inflazione al consumo rimarra' ancorata sotto il mezzo puntopercentuale di crescita anche nel 2015, che sara' "un annocruciale per le sorti del Paese". Lo studio Unioncamere fa notare che "l'effetto della bassainflazione e il minor timore di un ulteriore inasprimentodell'imposizione fiscale possono aver determinano scelte diacquisto, soprattutto di auto e di elettrodomestici, divenute,dopo due anni di contenimento delle spese, ormai inderogabili"."Si tratta - commenta il Presidente di Unioncamere, FerruccioDardanello - di un primissimo e ancora debole segnale, certonon pienamente in grado di far recuperare al Paese la 'strada'persa in questi anni di recessione: sfiora infatti i 7 puntipercentuali il calo dei consumi delle famiglie accumulato nel2012 e 2013". (AGI) (AGI) - Roma, 8 dic. - I mesi estivi edautunnali - spiega lo studio - hanno segnato una nuovaflessione dell'economia italiana, con valori del PIL che hannocontinuato a registrare variazioni di segno lievementenegativo. I timori si spostano ora sul 2015, visto che leprevisioni di crescita sono state riviste al ribasso. Secondol'Osservatorio "siamo alla vigilia di un anno cruciale per lesorti del nostro Paese: le misure previste dalla Legge diStabilita', orientate alla riduzione delle tasse e al sostegnodel reddito, dalla conferma del bonus degli 80 euroall'anticipo del Tfr in busta paga, sono chiamate a rimetterein moto la domanda interna. Il rinvio al 2017 del pareggiostrutturale di bilancio, unitamente alla copertura in deficitdi una parte della manovra, inaugurano una nuova stagione dellapolitica fiscale nel nostro Paese, finalmente volta a produrreeffetti espansivi sull'economia nazionale. Resta ora daverificare il monte delle risorse che verra' effettivamenteincassato dalla spending review e dalla lotta all'evasionefiscale e le possibili ricadute che si potranno avere sul 2016.Infatti, il mancato rispetto dei saldi di bilancio del 2015attiverebbe nel 2016 la clausola di salvaguardia, e quindi unpossibile nuovo incremento dell'Iva (andrebbe a colpirel'aliquota agevolata e quella ordinaria - che insistono sucirca i tre quarti della spesa per consumi - in una misura pari2 punti percentuali), con effetti recessivi dai quali sarebbedifficile uscire". Secondo l'analisi, "un contesto di dinamica salarialeparticolarmente moderata, soprattutto nel settore dei servizi,si accompagnera' alla discesa dell'inflazione su valori intornoallo zero. Nei prossimi mesi questi fattori si uniranno anchealla caduta delle quotazioni delle materie prime sui mercati amonte, al ridimensionamento del petrolio, ormai sceso intornoai 70 dollari al barile e destinato ad influenzare i costi deicarburanti e quelli di trasporto dei beni, al rientro deiprezzi delle materie prime alimentari". La stessa inflazionealimentare alla produzione, secondo le rilevazionidell'Osservatorio presso le centrali d'acquisto della GrandeDistribuzione e della Distribuzione Organizzata, e' gia' oggidi segno negativo (-0.7% anno su anno) e dovrebbecomplessivamente proseguire lungo la parabola discendente anchenei mesi a venire, nonostante le tensioni su alcuni prodottitipici della dieta mediterranea (grano duro, olio di oliva).Anche sui mercati ortofrutticoli all'ingrosso le quotazionirilevate risultano all'insegna della moderazione, al punto chesu alcuni generi di frutta e verdura si osservano livelli deiprezzi piu' bassi in confronto al periodo pre-euro. (AGI).
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