Ue: contributi Cdp a piano Juncker fuori da Patto stabilita'
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Ue: contributi Cdp a piano Juncker fuori da Patto stabilita'

Ue: contributi Cdp a piano Juncker fuori da Patto stabilita'

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(AGI) - Bruxelles, 28 mag. - I contribuiti al piano Juncker pergli investimenti, effettuati dalle banche di promozionenazionale, come la Cassa Depositi e Prestiti in Italia,potranno non essere conteggiati nel calcolo del deficit e deldebito ai fini del rispetto del patto di stabilita' europeo, apatto che siano versati in piattaforme di investimentotransnazionali e non in specifici progetti nazionali. Lo hadetto oggi il vice presidente della Commissione Ue, JyrkiKatainen, spiegando in conferenza stampa i dettaglidell'accordo sul piano Juncker raggiunto nella notte dalleistituzioni europee. "I contributi una tantum delle banche di promozionenazionali o degli stati stessi alle piattaforme tematichetransnazionali di investimento dovrebbero in principio esserecontabilizzati come misure una tantum e quindi i loro costi nonsarebbero presi in considerazione nell'applicazione delleregole del Patto di stabilita'" ha detto Katainen. Le banche dipromozione nazionale sono lo strumento scelto dagli stati perpartecipare al piano Juncker. La Cdp si e' impegnata apartecipare con 8 miliardi di euro, lo stesso impegno dei suoiomologhi tedeschi e francesi. Solo gli investimenti nellepiattaforme transnazionali godranno di un trattamentoprivilegiato ai fini del patto di stabilita', mentre gliinvestimenti delle banche promozionali direttamente inspecifici progetti non dovrebbero avvalersi dello stessovantaggio. Finora la Commissione Ue aveva concesso iltrattamento privilegiato solo ai contributi diretti nel Fondoper gli investimenti strategici, concessione di cui nessunostato si e' avvalso in quanto implica la delega completadell'uso dei fondi alle autorita' europee. Nel caso specifico della Cassa Depositi e Prestiti,tuttavia, la revisione delle regole concordata dalleistituzioni Ue e' ininfluente in quanto la Cdp e' gia' fuoridal perimetro della pubblica amministrazione, e quindi i suoiinvestimenti non ricadono sul deficit o sul debito pubbliciitaliani. Per altri istituti omologhi, ma con diversi statuti, inaltri paesi Ue la nuova concessione stabilita dall'intesa Uepotrebbe rappresentare invece un'opportunita' per investiremaggiormente nel piano Juncker senza impatto sui conti pubblicidel paese di origine. (AGI).
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