Tlc: Censis, spread digitale costa all'Italia 10 mln al giorno
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Tlc: Censis, spread digitale costa all'Italia 10 mln al giorno

Tlc: Censis, spread digitale costa all'Italia 10 mln al giorno

Tlc: Censis, spread digitale costa all'Italia 10 mln al giorno
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(AGI) - Roma, 5 lug. - Lo spread digitale costa all'Italia 10milioni di euro al giorno di minori investimenti in reti,tecnologie e servizi innovativi. E' la stima del Censiscontenuta in uno studio secondo cui "se l'Italia arrivasse adazzerare il disavanzo nella bilancia dei pagamenti per iservizi informatici, se sviluppasse il commercio online e l'usodella moneta elettronica fino a raggiungere i livelli medieuropei, e se riuscisse a razionalizzare le banche dati dellapubblica amministrazione centrale si renderebbero disponibiliper nuovi investimenti in reti, tecnologie e servizi innovativi3,6 miliardi di euro all'anno: quasi 10 milioni al giorno. Ecco i numeri del ritardo dell'Italia. E' ancora basso ilgrado di confidenza degli italiani con le nuove tecnologiedigitali. Le persone con eta' compresa tra 16 e 74 anni cheutilizzano internet sono il 58% del totale, contro il 90% delRegno Unito, l'84% della Germania e l'82% della Francia (lamedia europea e' del 75%). Di questi, solo il 34% interagiscevia web con le amministrazioni pubbliche, contro il 72% dellaFrancia, il 57% della Germania e il 45% del Regno Unito (lamedia europea e' del 54%). Ed e' ancora forte, sottolinea ilCensis, il ritardo del nostro Paese sul fronte degliinvestimenti in reti di nuova generazione. In Italia lefamiglie con un componente di eta' compresa tra 16 e 74 annicon accesso alla banda larga sono solo il 68% del totale,contro l'87% del Regno Unito, l'85% della Germania e il 78%della Francia (la media europea e' del 76%). Non va meglio per il commercio online. Le imprese attivenel commercio elettronico in Italia sono complessivamente il 5%del totale, contro il 22% della Germania, il 19% del RegnoUnito e l'11% della Francia (la media europea e' del 14%). Leimprese italiane con almeno 10 addetti che hanno un sito webattraverso il quale ricevere ordinazioni o prenotazioni onlinesono l'11,7% del totale, con un valore delle vendite realizzatevia web pari solo al 2,1% del valore totale delle vendite (sioscilla tra il 2,6% al Nord-Ovest e lo 0,5% nel Mezzogiorno). Un altro capitolo riguarda "il cronico ritardo del nostroPaese nella diffusione di mezzi evoluti di pagamento". Letransazioni con carte di pagamento (escluse le carte di monetaelettronica) sono solo 28 per carta all'anno, contro le 167 delRegno Unito, le 129 della Francia e le 30 della Germania. InItalia il denaro contante e' utilizzato nell'82,7% delletransazioni, contro una media europea del 66,6%. Il maggiorcosto rispetto alla media europea della gestione del contanteconfrontato con mezzi elettronici equivalenti e' stimabile incirca 450 milioni di euro all'anno. Il nostro Paese e' al penultimo posto in Europa per uso deiservizi online della pubblica amministrazione. Degli oltre 500milioni di messaggi e-mail dei ministeri, solo il 27% e' inuscita: segno di una scarsa interattivita' con l'esterno. Nelprimo quadrimestre del 2014 le caselle di posta elettronicacertificata sono cresciute del 172% rispetto allo stessoperiodo del 2011, superando la soglia di 15 milioni di caselleattive. Il numero medio di messaggi per casella e' pero' scesoda 22 a 18 all'anno. La firma digitale ha raggiunto a maggio2014 la quota di 5,3 milioni di certificati attivi, in crescitarispetto all'inizio del 2012 del 62%. Pur registrando unanotevole diffusione, la firma elettronica e' pero' unostrumento ancora sconosciuto nella cultura collettiva. (AGI).
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