Al G20 di Buenos Aires non c'è aria di tregua sulla guerra commerciale. Il Fmi ha detto che danneggia la crescita globale, la Francia ha chiesto a Washington di fare marcia indietro ma gli Usa restano inflessibili. Dopo i dazi su acciaio e alluminio, Washington minaccia di estendere le tariffe a tutte le importazioni cinesi e alle auto europee, mentre rilanciano le sanzioni all'Iran. Il segretario Usa al Tesori, Steven Mnuchin, ha ribadito che l'amministrazione Trump intende andare avanti. Mercoledì il presidente della commissione Ue, Jean-Claude Juncker, s recherà a Washington per negoziare, ma l'Ue ha chiaramente fatto capire che non intende accettare diktat.
"Rifiutiamo di negoziare con una pistola alla tempia", ha detto il ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire. Anche la cancelliera tedesca, Angela Merkel, alla vigilia del G20 aveva detto che Bruxelles è "pronta" a rispondere agli Usa con misure di ritorsione. Intanto gli sherpa del G20 stanno lavorando al comunicato finale, nel quale molto probabilmente si evocherà il rischio della guerra commerciale per l'economia globale.