I numeri della spending review: recuperati 30 miliardi. E può andar meglio

La relazione annuale al Parlamento ripeva passi da gigante. Il commissario Gutgeld: "Ora bisogna insistere"

I numeri della spending review: recuperati 30 miliardi. E può andar meglio

La spending review ha funzionato e ha consentito risparmi strutturali per quasi 30 miliardi nel 2017, che saliranno a 31,5 miliardi nel 2018. Lo annuncia il governo con la relazione annuale del Commissario straordinario alla Revisione della spesa, Yoram Gutgeld, secondo cui i risparmi di spesa sono decollati negli ultimi due anni: pari a 3,6 miliardi nel 2014, 18 miliardi nel 2015, oltre 25 miliardi nel 2017 e hanno toccato quota 29,9 miliardi nel 2017.

Meno 84.000 dipendenti pubblici nel triennio 2014-2016

L'ammontare della spesa pubblica su cui si è concentrata la spending review è pari a 368 miliardi di euro nel 2016.

La spesa corrente aggredibile al netto dei trasferimenti alla Ue e di partite di giro si attesta, invece, a 327,7 miliardi. Oltre il 90% della spesa corrente aggredibile è composta dal costo del personale e degli acquisti di beni e servizi. Per contenere il costo del personale, lo strumento utilizzato è stato il blocco del turnover differenziato per diverse funzioni.

La misura ha prodotto nel triennio 2013-2016 una riduzione degli organici della pubblica amministrazione, al netto della scuola, di circa 84mila unità. Tale variazione, pari al 3,8% degli organici, sempre al netto della scuola, ha toccato la punta di quasi il 7% per i soli ministeri.

Costo della 'macchina' competitivo nell'Ue

Fra gli effetti della spending review c'è un forte contenimento della spesa per consumi della Pubblica amministrazione, ovvero i costi di funzionamento. Nel periodo 2013-2016 sono cresciuti dello 0,2% (contro il +6,6% della media Ue) e soprattutto incidono sul pil quasi due punti in meno della zona euro: 18,9% contro una media di 20,6% in Eurolandia.

Gentiloni, in arrivo programmazione spese dei ministeri

"Stiamo pensando a un Dpcm per il bilancio in particolare dei ministeri, per poter programmare meglio le spese", ha annunciato il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. "Il nostro orizzonte, il nostro traguardo", ha aggiunto, "non e' quello dei tagli e basta, ma e' quello dell'efficienza". Secondo il premier, "certamente esistono sprechi nella Pubblica Amministrazione ma farla facile, che e' uno sport abbastanza diffuso, tutto sommato non conviene perche' la ricerca e l'individuazione degli sprechi e dei rimedi necessari comportano un intervento sui processi organizzativi, il coinvolgimento di diverse amministrazioni, comporta fatica".

Padoan, non si dica più spending non fatta

Soddisfatto dei risultati il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. "Mi auguro", ha puntualizzato, "che si leggerà un po' meno sulla stampa che in Italia la spending review o non si è mai fatta o si è fatta male. Qualcuno continuerà a dirlo ma qualcuno, ascoltando quello che di buono è stato fatto, ci penserà due volte". 

 

Gutgeld, il governo non molli la presa

Faccio appello al governo in carica, e a quello che verrà, a non mollare la presa, ci vuole tempo per raggiungere i risultati", ha detto Gutgeld. "Noi", ha aggiunto, "abbiamo beneficiato di una stabilità di tre anni di governo. Il lavoro sugli acquisti è iniziato ad aprile 2014 e ha cominciato a dare risultati due anni dopo e i risultati veri e grandi li darà nei prossimi anni".

Per approfondire

I testi sul sito del ministero dell'Economia e delle Finanze