Roma - La battuta d'arresto del Pil nel secondo trimestre era prevista: per invertire la tendenza bisogna proseguire nel cammino delle riforme e far tornare l'Italia a essere un paese "attraente". L'economista Giacomo Vaciago non è stato colto di sorpresa dai dati diffusi dall'Istat: "Il calo della produzione industriale di giugno aveva indotto a ridimensionare le previsioni del secondo trimestre - afferma Vaciago all'Agi - Era scontato per chi studia la congiuntura", perché "l'industria va male". "Terminato il boom dell'auto, che è stato il motore della ripresa negli ultimi due anni - sottolinea Vaciago - l'industria continua a soffrire". Le buone imprese italiane proseguono in realtà l'andamento positivo ma non nel territorio nazionale, crescendo nei paesi in cui hanno delocalizzato la produzione: quelle che producono e vendono solo in Italia "probabilmente hanno già chiuso".
Il bonus di 80 euro "è servito - osserva Vaciago - cosi' come il jobs act", ma ora serve dell'altro per imprimere slancio all'economia: "Dall'estero non arrivano buone notizie: gli effetti della Brexit li vedremo nel terzo e quarto trimestre". Cosa fare allora? "L'Italia - risponde Vaciago - deve tornare a essere un Paese attraente. Stiamo parlando solo di pensioni invece che di riforme. Occorre fare politiche che attraggano e facciano restare i migliori del mondo". Bene quindi la riforma dell'amministrazione pubblica, ma deve essere subito operativa, cosi' come è avvenuto per il jobs act: "Serve un p.a. snella ed efficiente - fa notare Vaciago - Occorre realizzare presto le riforme approvate, perché non restino solo sulla Gazzetta Ufficiale ma entrino in azione. I benefici vanno visti nei fatti". "Abbiamo registrato lo stesso dato del Pil della Francia e abbiamo come i francesi un grande passato - conclude - Siamo immobili e non cresciamo come la Germania perché non siamo efficienti ed attraenti. Ma nel passato lo siamo stati e possiamo tornare ad esserlo". (AGI)