Petrolio: Bini Smaghi, calo ok per Italia ma crea deflazione
ADV
ADV
Petrolio: Bini Smaghi, calo ok per Italia ma crea deflazione

Petrolio: Bini Smaghi, calo ok per Italia ma crea deflazione

di lettura
(AGI) - Roma, 6 dic. - Il calo dei prezzi del petrolio e'sicuramente positivo per i paesi importatori come l'Italia maprovoca anche deflazione. Lo afferma il presidente di Snam edex membro dei Consiglio Bce, Lorenzo Bini Smaghi, inun'intervista che uscira' sulla rivista 'Energia'. "Il calo deiprezzi dei prodotti petroliferi rappresenta sicuramente unimpulso positivo per i paesi piu' colpiti dalla crisi. Maproduce anche effetti collaterali che non sono irrilevanti epossono rendere piu' complesso l'aggiustamento", afferma BiniSmaghi. "Il primo effetto e' la deflazione. Una riduzione deiprezzi importati e' benefico perche' determina un miglioramentodelle ragioni di scambio per i paesi importatori, comel'Italia. Puo' tuttavia produrre effetti indesiderati sedetermina una tendenza generale alla deflazione oall'inflazione molto bassa", aggiunge. "La deflazione e'pericolosa perche', se si radica nelle aspettative deglioperatori, tende a far rinviare alle famiglie e alle imprese leloro decisioni di consumo e di investimento. Cio' contribuiscea rallentare la domanda, con effetti a ricaduta sui prezzi,innescando un circuito perverso. Il rischio e' particolarmenteelevato se il fenomeno deflattivo coinvolge i paesi europei consurplus della bilancia dei pagamenti, come la Germania, perche'rende ancor piu' difficile il recupero di competitivita' daparte degli altri, che dovrebbero registrare una contrazioneancor piu' forte dei prezzi e dei costi", spiega Bini Smaghi. "Un altro aspetto negativo di una dinamica di inflazioneinsufficiente e' quello di rendere molto piu' difficile ilprocesso di riduzione del debito, sia per il settore pubblicosia per il privato", sottolinea l'ex membro della Bce. "Quandol'inflazione e' bassa, il Pil nominale - che e' il denominatoredel rapporto deficit/Pil - cresce di meno, rendendo il debitomeno sostenibile. L'aggiustamento fiscale, dal lato della spesao delle entrate, deve essere maggiore, rendendo ancor piu'restrittiva la manovra correttiva. In altre parole, coninflazione bassa ci vuole piu' austerita' per evitare che ildebito aumenti". In particolare, conclude, "l'Europa appare fragile difronte a questi cambiamenti, fin quando non disporra' di unacapacita' di azione piu' unitaria. Cio' richiede non soltantola rinuncia alle prerogative nazionali, ma anche la creazionedi un vero mercato integrato dell'energia, collegando leinfrastrutture nazionali e consentendo agli operatori dei varipaesi di interagire liberamente. Come spesso in passato,l'Europa si costruisce attraverso le crisi. Gli attualirivolgimenti nel settore energetico potrebbero creare ipresupposti per una Europa piu' unita, anche in questosettore". (AGI) .
ADV