È stato firmato dal ministro del lavoro Giuliano Poletti il decreto che esenta 15 professioni gravose dall'adeguamento dell'età pensionabile alle speranza di vita. Ne ha dato notizia su Twitter il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. "Il sistema pensionistico non va scardinato. Vanno protette le fasce piu' esposte della societa'", ribadisce il presidente del Consiglio.
Firmato da @PolettiGiuliano decreto che esenta 15 professioni gravose da adeguamento età pensionabile a speranza di vita. Il sistema pensionistico non va scardinato. Vanno protette le fasce più esposte della società.
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) 2 febbraio 2018
Le 15 categorie di lavori gravosi erano state individuate nei mesi scorsi da governo e sindacati al termine di una serie di incontri. Si va dalle maestre d’asilo ai muratori. Tutti lavoratori che saranno esentati dall’aumento dell’età pensionabile che scatterà come noto il primo gennaio del 2019. Solo per loro, per gli appartenenti a queste 15 categorie, l’uscita dal lavoro resterà possibile a 66 anni e sette mesi, come adesso. E non salirà a 67 anni, come sarà per tutti gli altri.
Le categorie di lavori gravosi previste sono:
- operai dell'industria estrattiva
- dell'edilizia e della manutenzione degli edifici
- conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni
- conciatori di pelli e pellicce
- conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante
- conduttori di mezzi pesanti e camion
- personale delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni
- addetti all'assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza
- insegnanti della scuola dell'infanzia ed educatori degli asili nido
- facchini e addetti allo spostamento merci
- personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia, operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti
- operai agricoli
- marittimi
- pescatori
- operai siderurgici di seconda fusione.
Anche se nei prossimi anni l’età della pensione dovesse salire ancora più in alto rispetto ai 70 anni fissati per il 2019 - scrive Il Corriere della Sera - loro potranno lasciare il lavoro sempre cinque mesi prima rispetto agli altri. A patto che le regole sulle pensioni non vengano cambiate di nuovo. Ma qui, almeno per il momento, si entra nel campo minato delle promesse elettorali.