Padoan, flessibilità anche nel 2017 se in linea con requisiti

Bruxelles - L'Italia "ha una condotta di bilancio totalmente in linea" con le norme Ue "sia in termini di vincoli che di opportunità": per questo, il ministro Pier Carlo Padoah ha chiarito che "se, come ha dimostrato in queste settimane, è in linea con i requisiti necessari, continuerà a chiedere la flessibilità che eventualmente ci sarà" anche per il 2017.
Padoan ha precisato che "dobbiamo ancora capire, nel prossimo futuro, che utilizzo sarà fatto, a livello di Commissione e quindi di Europa, degli strumenti di flessibilità". Su questo, ha aggiunto, "entriamo in un mondo in cui ci sono segnali ancora da chiarire". Quanto alla dinamica del debito pubblico italiano, che comincerà a scendere solo nel 2017, un anno dopo il previsto, secondo le ultime stime della Commissione, il ministro ha ricordato che "rispetto a qualche mese fa l'inflazione in italia si è rivelata più bassa di quella attesa e quindi la crescita nominale è molto più bassa, ed è la crescita nominale, non la reale, che determina la dinamica del debito".
In ogni caso, ha aggiunto, "continuiamo a prevedere per il 2016 l'inizio della discesa del debito e questo dipende da una diversa valutazione che noi facciamo in tema di privatizzazioni rispetto a quella delle istituzioni internazionali". Intanto, ha aggiunto, "il debito si è stabilizzato, quindi ha smesso di crescere, e non potrà stare fermo per molto: comincerà a scendere molto rapidamente".
Secondo il ministro, l'accordo della notte scorsa all'Eurogruppo sulla nuova tranche di aiuti alla Grecia e il processo di alleggerimento del debito è "un segnale importante per la Grecia e in generale per la stabilità finanziaria". Per Padoan, "è stata una trattativa molto lunga diamo atto alle autorità greche di aver deciso grandi misure in tema di aggiustamento strutturale e alle istituzioni di aver trovato un accordo. In questa fase storica in cui le scelte fondamentali sono tante, il successo di questo negoziato greco è incoraggiante".
Quanto alla vicenda Unicredit, il cui amministratore delegato Federico Ghizzoni si è dimesso ieri, il governo "si tiene a dovuta distanza" dalle questioni legate alla governance delle imprese private italiane. "La seguo perché è una notizia importante del sistema finanziario, punto e basta - ha risposto - sono scelte proprie della governance delle imprese e lo Stato si tiene a dovuta distanza". (AGI)