Roma - Crescita e riforme per ridurre il debito pubblico. E' la ricetta che propone a Londra, dove partecipa a una conferenza organizzata dalla Bers, il ministro dell'Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan parlando di economia italiana: "Il debito in Italia sta iniziando ad andare giu' e un modo sicuro per ottenere questo risultato e' crescere di piu'" ha detto rispondendo alle domande del pubblico e sottolineando ancora una volta la necessita' delle "riforme strutturali". Proprio oggi, il ministro ha anche inviato alla Commissione europea un documento in risposta alla lettera con cui Bruxelles ha chiesto quali siano gli elementi che giustificano l'evoluzione del debito prevista nel Def 2016. La dinamica dei prezzi e la pressione deflazionistica, l'impatto negativo che avrebbe una politica di consolidamento di bilancio piu' marcata, le riforme strutturali che migliorano il potenziale di crescita dell'economia ma che nella fase iniziale di attuazione comportano dei costi: sono questi i tre principali fattori alla base dell'andamento del debito pubblico italiano citati dal ministro nel documento.
Altri fattori rilevanti, riporta il documento, sono la sottostima dell'output gap calcolato secondo la metodologia europea e i costi che negli ultimi anni l'Italia ha dovuto affrontare per sostenere l'acuirsi della crisi dei migranti. Nella valutazione generale sull'andamento del debito vanno anche considerati elementi di virtuosismo delle finanze pubbliche del Paese, come l'evoluzione dell'avanzo primario e la sostenibilita' di lungo periodo del debito. "Siamo fiduciosi", afferma Padoan nella lettera di accompagnamento, "che questi elementi siano tenuti nella dovuta considerazione dalla Commissione". Oggi da Londra, rispondendo a un'altra domanda, Padoan ha toccato anche il tema del welfare e ha aggiunto che nel mondo spesso "i sistemi sono mal progettati", in quanto "i lavoratori non tendono a cercare nuovo lavoro se lo perdono, ma a stare nella sicurezza del sistema". Tornando a parlare della situazione economica internazionale, il ministro ha detto che "serve piu' integrazione globale" e ha sottolineato come il G20 ora non sia "in una situazione di grande successo". Intanto, le borse europee sono partite deboli e si tengono negative al termine della mattinata, condizionate soprattutto dal prezzo del petrolio. La peggiore performance si registra sulla piazza di Milano, che cede il 2,2% appesantita dai titoli bancari dopo le ultime trimestrali e dagli energetici. Londra cede lo 0,18%, Francoforte lo 0,87% e Parigi l'1,06%. Sui listini pesano anche i eludenti risultati di Disney negli Usa. (AGI)