AGI - La crisi energetica in corso, causata da un aumento della domanda, soprattutto di gas, a fronte di un’offerta che tende a diminuire, ha provocato un’estrema volatilità dei prezzi con un aumento per quelli al consumo, che inevitabilmente si ripercuote sulla popolazione e le imprese. Con lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina la situazione è sempre più complessa e i costi dell’energia stanno salendo considerevolmente per l’Unione europea. La dipendenza energetica da Paesi non-Ue riguarda vari Stati membri dell’Unione, su tutti Germania e Italia.
Nel 2021 il nostro Paese ha importato 72,7 miliardi di metri cubi di gas (circa il 40% del fabbisogno energetico italiano), di cui 9,8 miliardi sotto forma di GNL, il gas naturale liquefatto. Fino a febbraio 2022, cioè prima dell’invasione decisa da Mosca di territori ucraini, circa il 40% proveniva proprio dalla Russia, il 31% dall’Algeria, il 10% dall’Azerbaijan e Qatar, il 4% dalla Libia (altre piccole quote da Norvegia, Paesi Bassi, Croazia, Nigeria, Stati Uniti, Francia, Egitto e Spagna) come riferisce il Ministero della Transizione Ecologica nell’aggiornamento dei dati sul suo sito.
Il gas arriva in Italia attraverso i metanodotti (al Nord ci sono Transitgas e Tag; al Sud ci sono Tap, Greenstream e Transmed) o come gas naturale liquefatto trasportato da metaniere, che sono navi da trasporto speciali. Il cambiamento più grande degli ultimi mesi per l’Italia è proprio l’importazione del GNL, che prima componeva solo una piccola parte del mix energetico e ora sfiora il 20% del totale. Giunto nei nostri porti in forma liquefatta, il gas viene poi immesso in rete attraverso i rigassificatori di Porto Levante (Rovigo), di Livorno e di Panigaglia (La Spezia). Il gas liquido proviene in gran parte dagli Stati Uniti per ragioni di velocità nell’approvvigionamento ed esportazione. Il 13 novembre però è partito dall'impianto Coral South Flng , al largo del bacino di Rovuma, il primo carico di GNL del Mozambico destinato all’Europa.
Mix energetico: il ruolo del gas liquefatto
Si tratta di un passaggio importante nel processo per garantire la sicurezza energetica del Vecchio Continente e a cui si è arrivati a poco tempo dall’avvio del progetto Coral South nel Paese africano. Eni è l’operatore delegato del progetto per conto dei suoi partner nell’Area 4 mozambicana, nel bacino offshore di Rovuma. "Questo primo carico rappresenta un nuovo, importante passo nella strategia di Eni che fa leva sul gas come fonte in grado di contribuire significativamente alla sicurezza energetica europea, anche attraverso la crescente diversificazione delle forniture, supportando nel contempo una transizione energetica equa e sostenibile", dice l’Amministratore Delegato di Eni Claudio Descalzi. I principali Paesi produttori con cui Eni lavora per diversificare e quindi ampliare l’approvvigionamento di gas sono Algeria, Angola, Cipro, Congo, Egitto, Indonesia, Libia, Mozambico, Nigeria, Qatar e Repubblica del Congo. Le forniture dall’Algeria, in particolare, raddoppieranno entro il 2024. Anche i volumi di GNL si amplieranno con l’avvio dei due nuovi terminali Snam nel 2023, con quantità sempre maggiori da Egitto, Qatar, Repubblica del Congo, Nigeria e Angola.
Tornando al progetto Coral South, è da segnalare che il programma è in esercizio dopo soli 5 anni dal primo progetto di esplorazione delle risorse, in linea con la tempistica e i costi inizialmente previsti. L’impianto galleggiante di liquefazione Coral Sul FLNG ha una capacità di liquefazione di gas pari a 3,4 milioni di tonnellate all'anno e produrrà GNL dai 450 miliardi di metri cubi di gas del giacimento Coral. Considerando l’intero complesso geologico Coral, Mamba e Agulha e un'estensione di circa 100 chilometri quadrati) si ottiene una riserva stimata di circa 2.400 miliardi di metri cubi di gas in posto. Trasformato e distribuito come GNL, questo gas contribuirà ad aumentare la disponibilità sul mercato e costituirà una importante leva di sviluppo economico per il Mozambico.
Impianto moderno: energia e sostenibilità
Il cuore tecnologico del progetto è l’impianto Coral Sul FLNG (Floating Liquid Natural Gas), una nave lunga 432 metri e dal peso di oltre 200.000 tonnellate, l’equivalente di due portaerei. L’unità abitativa è alta quanto un palazzo di nove piani e può ospitare fino a 350 persone. Nei ponti interni allo scafo e in coperta sono collocati parte degli impianti per estrarre (gli altri sono sul fondo del mare), trattare e liquefare il gas naturale, insieme ai serbatoi in cui verrà stoccato il GNL in attesa delle navi metaniere che lo trasporteranno sulla terraferma. Ormeggiata a circa 200 km dalla costa del Mozambico, la FLNG è collegata a sei pozzi sottomarini posti a circa 2.000 metri di profondità che, a loro volta, si spingono fino a 3.000 metri sotto il fondale oceanico per raggiungere le rocce sature di gas naturale di cui è composto il giacimento Coral. Da qui, il gas risale lungo tubazioni flessibili fino alla nave.
Il processo di liquefazione del gas naturale ne riduce poi il volume specifico di circa 600 volte rispetto alle condizioni standard, consentendo di ottenere costi competitivi per lo stoccaggio e il trasporto di notevoli quantità di gas in spazi considerevolmente ridotti. Il trasporto del GNL a grande distanza dal luogo di produzione avviene via mare con navi metaniere, grazie a un efficiente isolamento termico: i serbatoi sono costruiti per mantenere una gamma di temperature e pressioni che vanno da circa -160°C ad una atmosfera, a -110°C a 20 atmosfere.
L’impianto di estrazione e trasformazione è stato inoltre progettato e realizzato secondo i criteri più avanzati in fatto di sostenibilità per ridurre il più possibile le emissioni di CO2 posizionando la FLNG di Eni al di sopra del benchmark del settore in termini di efficienza energetica. Complessivamente, il consumo di energia di Coral Sul FLNG risulta significativamente più basso della media del settore: 256 kwh per ogni tonnellata di GNL prodotto invece dei 275/400 kwh/ton delle unità di questo tipo oggi in attività.
Transizione energetica in concreto
Il gas naturale costituisce una fonte energetica chiave per accompagnare il processo di sviluppo tecnologico lungo il percorso di decarbonizzazione, perché anche se di origine fossile produce circa la metà delle emissioni di anidride carbonica sviluppate dal carbone ed è quindi meno inquinante. Il gas naturale liquefatto, trasportato via mare, permette inoltre di distribuire gas in tutto il mondo contribuendo alla diversificazione delle fonti e alla sicurezza dell'approvvigionamento.
Per questi motivi il GNL accelera la transizione energetica. E Coral South LNG esprime al meglio l’esperienza di Eni nei grandi progetti internazionali sostenendo concretamente una transizione equa che crea valore nel lungo termine e consente a tutti di accedere a un'energia affidabile e pulita salvaguardando l’ambiente.
Approfondisci l’argomento con il longform dedicato al progetto Coral South di Eni.