Per la prima volta dopo sette anni cala la disoccupazione nel 2015: lo rileva l'Istat. Dopo sette anni di aumento ininterrotto, spiega l'Istituto di statistica, nel 2015 la stima dei disoccupati diminuisce in misura significativa (-203 mila, -6,3%), soprattutto nella seconda metà dell'anno. A ciò corrisponde un calo del tasso di disoccupazione di 0,8 punti (dal 12,7% del 2014 all'11,9 del 2015). Si riduce il numero di chi cerca lavoro da almeno 12 mesi, la cui incidenza passa dal 60,7 al 58,1%. Nonostante l'aumento dell'ultimo trimestre, nel 2015 il numero di inattivi diminuisce per il secondo anno consecutivo (-84 mila, -0,6%) ma soltanto tra gli uomini (-110 mila, -2,1%) a fronte dell'aumento tra le donne (+26 mila, +0,3%). Il calo riguarda la componente più distante dal mercato del lavoro (-182 mila, -1,7%) mentre crescono le forze di lavoro potenziali (+98 mila, +2,8%). Per il primo anno dal 2004, inizio della serie storica, diminuisce il numero degli scoraggiati (-42 mila, -2,1%), la cui flessione è iniziata nel secondo trimestre.
Nel IV trimestre il tasso di disoccupazione rimane stabile all'11,5% rispetto al trimestre precedente e quello di inattività diminuisce in misura lieve (-0,1 punti) attestandosi al 35,8%. Gran parte degli indicatori sul mercato del lavoro hanno segnato un miglioramento. L'input di lavoro utilizzato complessivamente dal sistema economico (espresso dalle ore lavorate di Contabilità Nazionale) registra aumenti dello 0,4% su base congiunturale e dell'1,0% in termini tendenziali. L'occupazione stimata dall'indagine sulle forze di lavoro è pari, al netto degli effetti stagionali, a 22 milioni 583 mila persone, stabile rispetto al trimestre precedente, dopo la crescita nel secondo (+0,4%) e nel terzo trimestre (+0,7%). Il tasso di occupazione sale di 0,1 punti, soprattutto per la crescita dei 50-64enni (+0,4 punti). La stabilità congiunturale degli occupati è sintesi dell'incremento dei dipendenti a tempo indeterminato (+0,7%, 99 mila) e della diminuzione dei dipendenti a termine (-1,8%, -43 mila) e degli indipendenti (-0,9%, -48 mila). A livello territoriale, all'aumento registrato nel Nord (+0,4%) e nel Centro (+0,3%) si contrappone la riduzione nel Mezzogiorno (-0,9%).
+186.000 occupati in 2015 (+0,8%) Nel 2015 l'occupazione cresce per il secondo anno consecutivo (+186 mila, +0,8%), a ritmi più sostenuti rispetto al 2014, portando il tasso di occupazione al 56,3% (+0,6 punti). L'incremento del lavoro alle dipendenze (+207 mila unità, +1,2%) riguarda soprattutto gli uomini e nella metà dei casi il tempo indeterminato, il cui aumento è concentrato nell'ultimo trimestre e dovuto agli over 50enni. Da cinque anni prosegue, invece, la diminuzione del numero di lavoratori indipendenti (-22 mila, -0,4%) dovuta nel 2015 ai collaboratori, in calo dal secondo trimestre. Dopo sei anni di calo, torna a crescere il lavoro a tempo pieno (+110 mila, +0,6%) quasi soltanto tra gli uomini (+104 mila, +0,9%); continua, a ritmi meno sostenuti, la crescita del tempo parziale, ininterrotta dal 2010 e concentrata tra le donne. Prosegue con minore intensità l'aumento del part time involontario (+2,2%), mentre si rafforza la crescita di quello volontario (+2,7%). Si amplia il gap di genere: l'aumento dell'occupazione maschile (+139 mila, +1,1%), più che doppio rispetto a quello delle donne (+47 mila, +0,5%), si riflette nella dinamica dei tassi di occupazione (+0,8 punti rispetto a +0,3 punti). Al maggiore calo del tasso di disoccupazione delle donne si associa l'aumento del tasso di inattività, diminuito invece per gli uomini. Si riducono i divari territoriali, con la crescita dell'occupazione più accentuata nel Mezzogiorno (+94 mila, +1,6%) in confronto al Centro (+40 mila, +0,8%) e al Nord (+52 mila, +0,4%), a cui si accompagna il maggior aumento del tasso di occupazione e la diminuzione più forte di quello di disoccupazione. (AGI)