È quasi certo che la Commissione europea boccerà la manovra italiana

La decisione, trapela a Bruxelles, sembra presa, malgrado un ultimo tentativo di dialogo lanciato ancora questa mattina dal commissario Pierre Moscovici poche ore prima che Giovanni Tria pubblicasse la lettera di risposta alla Ue

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 (Afp)
Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker (L)

La Commissione europea si prepara a bocciare la manovra del governo. Dopo la risposta del ministro dell'Economia alla lettera di chiarimenti inviata la settimana scorsa da Bruxelles, il Collegio dei commissari Ue che si riunisce a Strasburgo a margine della plenaria dell'Europarlamento, quasi certamente deciderà di rispedire a Roma una richiesta formale di modifica del progetto di bilancio: la Commissione darà parere negativo alla manovra italiana e chiederà all'esecutivo di presentare una "versione rivista" per consentire al governo di riallinearsi alle regole europee, in particolare sugli obiettivi di deficit nominale e strutturale.

L'Ue chiederà una versione rivista della manovra

Il governo avrà tre settimane di tempo per inviare un nuovo documento programmatico di bilancio, su cui la Commissione si deve esprimere "quanto prima". Se invece alla fine il governo decidesse di mantenere invariati i saldi della manovra, si farebbe concreta la possibilità di un'apertura della procedura per deficit eccessivo per violazione della regola del debito.

La decisione, trapela a Bruxelles, sembra presa, malgrado un ultimo tentativo di dialogo lanciato ancora questa mattina dal commissario Pierre Moscovici poche ore prima che Giovanni Tria pubblicasse la lettera di risposta alla Ue, ribadendo la sua posizione. "La Commissione non vuole una crisi tra Bruxelles e Roma, il posto dell'Italia è al cuore della zona euro, non all'esterno", erano state le parole di Moscovici che era tornato a chiedere un passo indietro del governo su un " deficit strutturale troppo elevato": "uno scarto di circa 1,5 punti non è mai accaduto da quando abbiamo il Patto di Stabilità e Crescita".

L'Italia però non vole fare alcun passo indietro sui conti

Ma la replica di via XX settembre è stata altrettanto chiara: nessuna marcia indietro. Dunque Bruxelles è pronta a "chiedere all'Italia di inviare un altro documento di bilancio che tenga conto delle osservazioni, delle questioni e delle regole europee". Caso assolutamente inedito: la Commissione "non lo ha mai fatto" e la richiesta di un nuovo documento programmatico di bilancio "sarebbe una prima volta", ricorda Moscovici.

Ma se da una parte il governo Lega-M5S non arretra, il fronte europeo si mostra altrettanto compatto. Dopo il muro del Consiglio Ue della settimana scorsa, a dare di nuovo voce al blocco intenzionato a non fare sconti all'Italia, è di nuovo il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, presidente di turno della Ue, che già la settimana scorsa aveva usato parole durissime contro l'esecutivo italiano.

L'ombra - o la lezione - della Grecia

A meno che non vengano apportate modifiche - dice Kurz - la Commissione europea deve bocciare la manovra italiana. "Se non viene corretta, la Commissione europea deve respingere la manovra", dice il giovane leader popolare, perché "l'Austria non è pronta a sostenere i debiti degli altri Paesi, mentre questi Stati scientemente contribuiscono all'incertezza dei mercati finanziari. Ora l'Ue deve dimostrare di aver imparato dalla crisi della Grecia". Parlare di 'nuova Grecia' è esagerato - interviene il direttore generale del fondo salva-Stati Klaus Regling - L'Italia "ha certamente i suoi punti di forza: non ha mai perso l'accesso al mercato durante gli ultimi otto anni della crisi dell'euro, ha un avanzo delle partite correnti, un avanzo primario relativamente elevato, scadenze lunghe nel finanziamento del bilancio e alti risparmi interni".

Tuttavia, aggiunge il numero uno dell'Esm, la manovra italiana "non è certamente in linea con il Patto di stabilità e "la sfiducia dei mercati riflessa nel mercato secondario ha un impatto molto rapido sui costi di rifinanziamento delle banche italiane. "I nuovi movimenti populisti" "fanno promesse costose agli elettori e causano insicurezza generale quando mettono in discussione le regole concordate dall'Ue: le incertezze economiche e politiche in Italia, assieme alla Brexit e alle crisi in alcuni mercati emergenti potrebbero anche avere un impatto negativo sullo sviluppo economico europeo". 



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