In Marocco la prima vittoria della 'Ferrari solare'

Emilia III, del team Onda Solare, è nata dalla collaborazione di tecnici e professionisti del settore della mobilità alternativa e dell'energia pulita con l'Università di Bologna, la Scuola di Maranello con il corso prototipi e un lungo elenco di ditte dell'Emilia Romagna

In Marocco la prima vittoria della 'Ferrari solare'

di Andrea Cauti @andreacauti

Roma - Per la prima volta nella storia un'auto a energia solare tutta italiana arriva prima in una competizione internazionale. Emilia III, la monoposto sviluppata dall'Universitàdi Bologna e dal team Onda Solare ha conquistato ieri il Moroccan Solar Race Challenge 2016 con i suoi 105 chlometri percorsi alla velocità media di 100km/h e quasi 120km/h di velocità massima. Un successo 'made in Italy', anzi 'made in Emilia Romagna', frutto della collaborazione di tecnici e professionisti del settore della mobilità alternativa e dell'energia pulita con l'Università di Bologna, la Scuola di Maranello con il corso prototipi coordinato dal professor Filippo Sala, un imprenditore innovativo che ha progettato e realizzato i motori ruota originali per Emilia III e un lungo elenco di ditte piccole e grandi ha offerto materiali, componenti tecnologie. In 13 anni il team Onda Solare, gli ingegneri, gli studenti e docenti di istituti d'eccellenza, superiori ed universitari hanno progettato tre veicoli da competizione a energia pulita.

Nel 2005, dopo due anni di ricerca, è stato realizzato il primo prototipo a pedalata assistita guidato da una squadra di sole donne, Emilia I, che ha partecipato al World Solar Cycling Challenge di 3.000 chilometri in Australia classificandosi al terzo posto. Questo risultato ha spinto il team a fare il salto in avanti e lavorare alla realizzazione di Emilia II, una macchina elettrica con il corpo in carbonio, le 'ossa' in nomex (composto chimico resistente alle fiamma sviluppato negli anni '60 dal colosso chimico Usa DuPont) e i 'nervi' in kevlar (fibra sintetica sviluppata da una ricercatrice della DuPont), una 'pelle' di 6 metri quadri di celle fotovoltaiche ad alto rendimento, in grado di percorrere 3.000 chilometri col solo aiuto del Sole. Presentata alla Galleria Ferrari, è stata subito il fiore all'occhiello dell'eccellenza 'made in Italy' e, nel 2011, ha partecipato al World Solar Challenge in Australia confrontandosi con 40 team provenienti da 22 nazioni. 

Il veicolo di Onda solare ha percorso la Stuart Higway Australiana da Nord a Sud per 3.000 chilometri classificandosi al 21esimo posto. Dopo questa esperienza, è arrivata la vera rivoluzione: due anni dopo, è scesa in pista Emilia III. Si tratta di un veicolo innovativo frutto di un lavoro tenace ed intenso svolto da docenti, studenti e giovani ricercatori dell’Università di Bologna che hanno realizzano l’anima elettrico-elettronica dell’auto e dalla scuola Tecnica IPSIA Ferrari di Maranello con studenti e docenti del corso prototipi che sviluppa didattica sulla mobilità a zero emissioni.

Emilia III è un'auto con due motori elettrici integrati nella struttura in carbonio delle ruote posteriori che hanno un rendimento di oltre il 94% portando l'auto alla velocità di 110-120 chilometri orari. Emilia III ha poi un sistema di gestione intelligente delle batterie agli ioni di litio e celle fotovoltaiche, utilizza nanotecnologie per ridurre il peso del sistema frenante e delle sospensioni e una scatola dello sterzo di derivazione di Formula 1. Un gioiello di tecnologia che ha permesso al team Onda Solare di trionfare in Marocco e di pensare già al nuovo rivoluzionario veicolo, Emilia IV, una vettura a quattro posti che correrà al World Solar Challenge 2017, un veicolo utilitario silenzioso che non sporca l'ambiente e non brucia risorse preziose. 

BREVE STORIA DELL'AUTO A ENERGIA SOLARE

Il sogno dell'automobile a energia pulita diventa realtà il 31 agosto 1955, quando viene presentata al General Motors Powerama show di Chicago la prima la 'Sunmobile', un veicolo di cinquaranta centimetri di lunghezza che non poteva ospitare un uomo nel suo abitacolo ma che fece scalpore perché dimostrava che anche l’energia solare poteva essere il carburante delle automobili. La 'Sunmobile' fu presentata da William G. Cobb della General Motors ed era costruita in legno di balsa, era alimentata da 12 celle fotovoltaiche al selenio, in grado di generare elettricità sufficiente ad alimentare il piccolo motore dell’automobile. Il futuristico modellino di allora, per quanto limitato, avrebbe dato vita a una schiera di eredi in tutto il mondo.

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Tra i primi a tentare di realizzare un vicolo in grado di ospitare un pilota furono quelli della International Rectifier Company, che negli anni Sessanta modificò un’automobile di inizio secolo montando sul tettino più di diecimila celle solari. Per alcuni fu quella la prima automobile solare, per altri invece fu la 'Bluebird' di Ed Passerini dell’Alabama University del 1977, sia perché completamente alimentata dal Sole, sia perché delle dimensioni di una macchina vera. Nel frattempo furono in molti,  in diversi atenei, a progettare le auto del futuro, a volte semplicemente mettendo un modulo o un tettuccio solare sopra una bicicletta trasformata in auto monoposto..

Fino a quando anche le industrie cominciarono a interessarsi e affrontare  nuovi modi di intendere il trasporto su strada. In alcuni casi, si trattò anche di aziende non strettamente legati al mondo delle automobili come fece la British Petroleum agli inizi degli anni Ottanta, quando sponsorizzò la costruzione della 'The Quiet Achiever', il modello completamente  alimentato a energia solare con cui Hans Tholstrup e Larry Perkins nel 1983 attraversarono l’Australia, percorrendo oltre 4 mila chilometri da Perth a Sydney,  con cui aprirono la strada al World Solar Challenge, la più famosa corsa australiana di automobili a energia solare.

Nel 1984, Greg Johanson e Joel Davidson hanno costruito la macchina da corsa Sunrunner Solar che ha stabilito il record del mondo ufficiale Guinness a Bellflower, California, raggiungendo 24,7 mph (quasi 40 chilometri orari). Nel deserto del Mojave della California la velocità massima di 41 mph (66 kmh) è stata ufficialmente registrata per un “veicolo alimentato esclusivamente ad energia solare” (senza utilizzare una batteria).

Il GM Sunraycer nel 1987 ha completato un viaggio di 1.866 miglia con una velocità media di 42 mph. Da allora ci sono state molte automobili solari disegnate e costruite nelle università per le competizioni, come la Shell Eco Marathon. C’è anche una macchina solare disponibile commercialmente lanciata dieci anni fa e chiamata Venturi Astrolab