Roma - Si va dal "Parmessano" della Colombia al "Reggianto" del Vietnam, al "Parmezza" della Polonia: e' davvero un giro del mondo, e soprattutto nel mondo delle imitazioni e delle evocazioni, quello che il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha compiuto nel primo semestre 2016 nell'ambito delle attivita' di tutela della denominazione della Dop italiana piu' conosciuta e imitata al mondo.
Il risultato e' reso esplicito da una trentina di azioni di contrasto in sede stragiudiziale, amministrativa e di denunce che hanno portato a interventi d'ufficio da parte delle autorita' competenti in otto Paesi europei."Gli interventi che abbiamo messo in atto - spiega il presidente del Consorzio, Alessandro Bezzi - rientrano in quell'attivita' di contrasto ai falsi che ci vede impegnati da molti anni e che negli ultimi 24 mesi abbiamo rafforzato ulteriormente soprattutto nell'ambito dei paesi extraeuropei. Proprio qui non solo si riscontra il maggior numero di quelle che rappresentano autentiche frodi per i consumatori e un danno per i nostri produttori, ma non esistono norme - al contrario di quanto abbiamo ottenuto dalla UE - che impongano alle autorita' dei singoli Paesi un intervento drastico e d'ufficio a tutela delle Dop".
A guidare la classifica dei fasulli richiami alla denominazione "Parmigiano Reggiano" sono gli Stati Uniti, con cinque interventi di diffida su altrettante societa' che proponevano salse, formaggi piatti pronti o confezioni di grattugiato ingannevolmente ispirate al Parmigiano Reggiano. Al secondo posto - a sorpresa - il Vietnam, con tre opposizioni del Consorzio al deposito dei marchi "Reggianto", "Parmesan" (denominazione in uso esclusivo al Consorzio) e addirittura "Parmigiano Reggiano", precedute dal nome del produttore. "Effettivamente - sottolinea il presidente dell'Ente di tutela, Alessandro Bezzi - e' inedita questa densita' di tentativi di imitazione in Vietnam, certamente legata al fatto che sta sensibilmente crescendo anche in quest'area l'attenzione verso il nostro prodotto: in ogni caso le azioni messe in atto confermano che il nostro sistema di tutela funziona bene e ovunque, sebbene resti urgente che venga affiancato da azioni istituzionali da parte delle autorita' di ogni Paese". Opposizioni a registrazioni di marchi evocativi sono state messe in atto in Giappone, Argentina, Bolivia, Cina , Colombia e Ucraina.
In area UE, azioni stragiudiziali e amministrative hanno interessato due produttori spagnoli e un'industria polacca, cui si sono aggiunti, gli interventi delle autorita' in Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Paesi Bassi, Gb, Spagna e Svezia. "Resta aperta - conclude Bezzi - la questione di una tutela delle Dop come principio in tutti i Paesi e che continua ad avanzare faticosamente nelle trattative TTIP". (AGI)