L'Italia cresce, ma sempre troppo poco

Il Pil italiano nel primo trimestre migliora  (0,2%). Ma soltanto la Grecia va peggio di noi

L'Italia cresce, ma sempre troppo poco

La ripresa in Italia rimane "ripresina". Ormai da anni. La lentezza della crescita del Pil del Paese rispetto alle altre nazioni del vecchio continente appare come un gap dai connotati strutturali. Nel primo trimestre la nostra economia ha registrato un'espansione pari allo 0,2% nel confronto con il trimestre precedente, al di sotto della media del +0,5% della Ue e dell'Eurozona. Peggio fa solo la Grecia, la cui economia si è contratta dello 0,1% tra il 1 gennaio e il 31 marzo. Il dato tendenziale, ovvero il paragone con il primo trimestre del 2016, non è più confortante: +0,8% contro il +1,7% dell'area euro e il +2% dell'Unione Europea nel suo complesso. Si tratta di un rallentamento rispetto al +1% del quarto trimestre.

L'Italia cresce, ma sempre troppo poco
Tabella Pil 
Nel confronto, sembre basato sul dato tendenziale, con le altri grandi economie europee, anche la Francia non corre, con un tasso di crescita dello 0,8%, pari al nostro. Peggio di noi e dei transalpini, anche in questo caso, solo la Grecia, che, nel confronto annuo, ha visto l'economia contrarsi dello 0,5% nel primo trimestre. Corrono invece Germania (+1,7%) e Regno Unito (+1,9%). Particolarmente umiliante resta il confronto con la Spagna, che, ai tempi della crisi finanziaria, aveva subito un aumento della disoccupazione e un calo del Pil più bruschi dei nostri e ora cresce a ritmi pari al 3% annuo.

"La strada per la ripresa è ancora lunga e tortuosa"

Confcommercio parla di crescita debole che "conferma quanto già emerso dagli altri indicatori congiunturali e perfettamente coerente con la modesta dinamica che contraddistingue l'economia italiana del dopo crisi". Anche secondo Confesercenti il dato di oggi "dimostra che la strada per consolidare la ripresa è ancora lunga e tortuosa". Andrea Goldstein, Managing Director di Nomisma, sottolinea che l'economia italiana "è ancora in difficoltà e la luce della ripresa su basi solide e ampie è sempre distante". Infine secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, i numeri "non sono positivi" e "procedendo con i tassi di crescita attuali il ritorno del Pil italiano ai livelli ante-crisi non avverrà prima del 2025".