Lavoro: Cnel, la svolta su occupazione e' ancora lontana
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Lavoro: Cnel, la svolta su occupazione e' ancora lontana

Lavoro: Cnel, la svolta su occupazione e' ancora lontana

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(AGI) - Roma, 30 set. - Nei sette anni della crisi l'Italia haperso un milione di posti di lavoro (di cui 400 milanell'edilizia e poco meno nell'industria in senso stretto) e iprogressi "non potranno che essere molto graduali". E' quantosottolinea il Cnel nel "Rapporto sul mercato del lavoro2013-2014" che evidenzia come "le tendenze in atto suggerisconoche i tempi della svolta del mercato del lavoro potrebebroessere lunghi". "Le tendenze del mercato del lavoro italianonel medio termine - fa notare lo studio - delineano esitipreoccupanti"; una discesa del tasso di disoccupazione alivelli pre-crisi sembra "irrealizzabile" ed anche leprosettive indicate dal Def di aprile (calo delladisoccupazione dell'11% nel 2018) appare "un obiettivo cherichiederebbe uno sforzo notevole" e appare "un'ipotesiottimista" date le tendenze in corso. Il Cnel osserva che tradizionalmente la domanda di lavorosegue l'attivita' economica con un 'lag temporale' e cio'lascerebbe presumere che "il mercato del lavoro potrebbeiniziare a beneficiare di un contesto congiunturale menosfavorevole non prima dell'inizio del 2015 nella migliore delleipotesi". L'economia e' ancora troppo debole - fa notarel'indagine - per poter determinare in tempi brevi unmiglioramento dell'occupazione e inoltre le difficolta'esercitano una pressione significativa al ribassosull'andamento delle retribuzioni: "la dinamica salariale stadecelerando rapidamente". Nei primi sei mesi dell'anno - si legge nel Rapporto -l'occupazione temporanea e' finalmente tornata a registrare unavariazione di segno positivo (10 mila dipendenti a termine inpiu' nel 2014 nell'arco di un anno). Solo i dati dei prossimitrimestri potranno confermare o meno la tendenza e verificarese cio' e' dovuto alla riforma Poletti sui contratti a termine. Sull'ingresso di nuovi lavoratori nell'areadell'occupazione - osserva il Cnel - hanno influito le riformevarate negli anni scorsi con la tendenza a rinviare l'uscitaper pensionamento. I giovani restano cosi' ai margini, nontrovando spazi per un ingresso nel mercato del lavoro edaumentano rapidamente quanti decidono di emigrare all'estero.Durante la crisi e' poi cresciuto il rischio di diventare unworking poor ed "anche quei lavoratori che tradizionalmente neereano esenti, sono stati investiti dal generaleimpoverimento". Il Rapporto prende infine in esame il sistemadei servizi per l'impiego notando come l'Italia nel confrontocomparato con altri paesi europei "soffre in misura maggioreper la prevalenza dei canali informali nella ricerca dellavoro"; "la gracilita' della rete italiana nel suo complessorende l'implementazione del programma comunitario dellagaranzia Giovani una sfida particolarmente ardua, anche stantele caratteristiche specifiche del potenziale bacino d'utenzadel programma in Italia". "I segnali di stabilizzazione dell'economia emersi a inizio2014 rendono plausibile un arresto della crescita del ricorsoalla Cig durante l'anno in corso; tuttavia i dati sulla primameta' dell'anno indicano ancora una situazione di emergenza",rileva ancora il Cnel sottolineando che la Cassa integrazioneguadagni e' di fatto riservata ad un numero ristretto dilavoratori e che la quota di persone che godono di una qualcheforma di sussidio rimane "decisamente ridotta rispetto alnumero complessivo di persone in cerca di lavoro". (AGI).
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