Jobs Act: Unimpresa, effetti a giugno, 250 mila assunti in 2015
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Jobs Act: Unimpresa, effetti a giugno, 250 mila assunti in 2015

Jobs Act: Unimpresa, effetti a giugno, 250 mila assunti in 2015

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(AGI) - Roma, 8 mar. - I primi effetti concreti del Jobs Act sipotranno tastare con mano a giugno ed entro la fine dell'annopotrebbero essere, complessivamente, circa 250.000 le nuoveassunzioni realizzate grazie alla riforma del mercato dellavoro. Queste le indicazioni fornite dal Centro studi diUnimpresa, sulle nuove norme sui contratti a tempoindeterminato a tutele crescenti introdotte dal governo diMatteo Renzi con il decreto legislativo pubblicato venerdìsulla Gazzetta ufficiale. Per Unimpresa, "l'incremento dei contratti di lavorosubordinato a tempo indeterminato previsti dalle nove normesulle tutele crescenti sara' legato in parte allastabilizzazione degli attuali precari (tempo determinato,contratti a progetto, partite Iva), in parte all'emersione dioccupazione irregolare o cosiddetta "in nero", in parte a nuoveassunzioni di disoccupati in senso stretto derivanti daincremento di produzione e prospettive di crescita delleaziende italiane. Turismo, agricoltura e servizi i settori chepotrebbero sfruttare di piu' l'intervento normativo". "Le nuove norme sono entrate in vigore ieri - ricordaUnimpresa - ma le prime settimane serviranno ai consulenti dellavoro e alle direzioni del personale dei grandi gruppiimprenditoriali per studiarne l'impatto oltre che percalibrarne l'applicazione nelle singole realta' produttive elavorative. Si puo' pertanto stimare che un primo, sensibileincremento delle posizioni a tempo indeterminato si registrera'a giugno e proseguira' poi per tutto il secondo semestre del2015: alla fine dell'anno le nuove assunzioni potrebberoarrivare a quota 250.000". Tuttavia, secondo l'associazione, "non si trattera' dioccupazione aggiuntiva al 100%. Sono infatti almeno tre ibacini da cui verranno "pescati" i neoassunti. Anzitutto, unaparte dei nuovi contratti sara' "semplicemente" il frutto dellastabilizzazione di attuali precari: si tratta dei contratti atempo determinati, dei contratti a progetto e dicollaborazione, delle partite Iva. La seconda fonte dilavoratori e' quella dell'occupazione parzialmente irregolare ocompletamente "in nero", vale a dire gli individui piu' o menosconosciuti sia all'amministrazione finanziaria sia agli entidi previdenza. Il terzo recinto potrebbe infine essere quellocomposto dai disoccupati "veri", cioe' soggetti che non hannooccupazione di alcun tipo e che saranno assunti a tempoindeterminato beneficiando del "Jobs Act" e delle tutelecrescenti. I settori che potrebbero incrementare piu' di altril'occupazione sfruttando la riforma sono l'agricoltura, ilturismo, i servizi e l'edilizia. "Gli sgravi contributivi rendono vantaggioso il nuovocontratto a tempo indeterminato, ma certamente il governo devemettere il piede sull'acceleratore per migliorare le condizioniin cui operano le imprese italiane, a cominciare dallariduzione del carico fiscale per poi passare allo snellimentodella burocrazia e al miglioramento delle infrastrutture:l'area di disagio sociale e' composta da oltre 9 milioni dipersone e la strada per ridurla e' lunga", dice il presidentedi Unimpresa, Paolo Longobardi. "Almeno nel breve periodo, poi,intravediamo qualche rischio legato alla creazione di unmercato del lavoro a due velocita': potrebbe aumentarel'ingessamento della forza lavoro nei grandi gruppi, pocodisposta a cambiare e quindi a smuovere il settore occupazioneper paura di perdere le tutele piene del vecchio articolo 18".(AGI) .
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