Jobs Act: gli imprenditori promuovono Renzi, e' cambiato il clima
ADV
ADV
Jobs Act: gli imprenditori promuovono Renzi, e' cambiato il clima

Jobs Act: gli imprenditori promuovono Renzi, e' cambiato il clima

di lettura
(AGI) - Roma, 21 feb. - Promozione piena per il Governo Renzi eper il suo Jobs Act: gli imprenditori italiani, sentiti da Agi,sottolineano senza mezze misure la loro approvazione per lemisure introdotte dall'esecutivo. "Con Matteo Renzi a PalazzoChigi", dice Sergio Dompe', uno dei principali imprenditorifarmaceutici italiani, gia' leader della Farmindustria, "e'cambiato il clima. Le nuove norme rompono un digiuno duratotroppo tempo e restituiscono a noi la fiducia ad investirenella nuova occupazione. Come scrive il premier, e' la voltabuona per cambiare anche la mentalita' a proposito del lavoro.Fino a ieri, lo ammetto, ci sentivamo vincolati a vita ognivolta che facevamo un'assunzione. Oggi no, abbiamo meno timorea dare lavoro. Ci muoviamo nella direzione giusta, quella dellacontrattazione aziendale che fa bene alle aziende e ailavoratori". Il cambiamento, secondo Alberto Bombassei, patron dellaBrembo, per 8 anni vicepresidente della Confindustria, e'tangibile anche a livello culturale. Racconta Bombassei che neigiorni scorsi, invitato ad un meeting ad Aspen, aveva cercatodi porre in evidenza i punti critici della riforma del lavoropartorita dal governo. Ma le criticita', proseguel'imprenditore, erano inesistenti. " Alla fine ho dovuto fare icomplimenti a Renzi e al ministro Poletti", sintetizzaBombassei, "hanno scritto norme che favoriscono la ripresadell'occupazione e una vera e propria inversione di tendenzanell'economia". Ma dove e' stato vincente il premier? "La grande intuizionedi Renzi e' stata quella di cambiare atteggiamento neiconfronti dei sindacati", commenta Rosy Barretta. "I suoipredecessori", sottolinea l'armatore pugliese proprietariodell'azienda che ha operato il salvataggio della NormanAtlantic, "erano sempre in una condizione di subalternita'psicologica. Renzi invece ascolta ma poi finisce per decidereda solo. La sua idea e' di arrivare a superare lacontrapposizione netta fra le parti sociali per inaugurare unastagione di dialogo concreto, pragmatico, portatore dirisultati". Barretta non ha dubbi. "Siamo in un'economia globalizzata,la flessibilita' si impone come condizione fondamentale percreare lavoro", rileva, "ed e' una condizione, questa, chediventa vantaggiosa non solo per le aziende ma anche per isindacati, per i lavoratori. Senza sfiorare paternalisminostalgici, penso che il Jobs act debba servire a rimettere alcentro di tutto il lavoro. E il lavoro coinvolge nella stessamisura noi imprenditori e i lavoratori, che non devono maisentirsi estranei alla azienda dove lavorano. Noi abbiamosalvato la Norman Atlantic grazie a quelli che ho chiamato i'pirati buoni' cioe' i nostri marittimi pronti a tutto. Senzadi loro le tecnologie piu' sofisticate e i grandi capitali nonservono a nulla". Soddisfatti dunque fino in fondo gli imprenditori."Assolutamente si'", puntualizza Stefano Dominella,amministratore delegato della maison Gattinoni. "Insegno aigiovani", dice, "e vedo con quanta difficolta' fino ad oggihanno trovato lavoro. La loro precarieta' si rifletteva sulpiano esistenziale, creando fragilita' e disagio. Le nuovenorme aprono il mercato, modificano in senso positivo ilcontesto e danno respiro all'occupazione. Siamo soddisfattiperche' con Renzi davvero cambia il clima e ripartel'economia". (AGI).
ADV