Jobs act, Camusso attacca "come al Grande Fratello"
ADV
ADV
Jobs act, Camusso attacca "come al Grande Fratello"

Jobs act, Camusso attacca "come al Grande Fratello"

di lettura
(AGI) - Roma, 18 giu. - Prosegue la polemica sui controlli adistanza dei lavoratori contenuti in un decreto attuativo delJobs Act. I sindacati attaccano il governo, in particolare laleader della Cgil, Susanna Camusso, afferma: "Siamo come alGrande Fratello". Ma il ministro del Lavoro Giuliano Poletti sidifende: le nuove norme "garantiscono la privacy". Netto ilgiudizio il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi: "Chiha la coscienza pulita non ha nulla da temere". "E' uno spionaggio nei confronti dei lavoratori, e'difficile non definirlo 'Grande Fratello'", afferma Camusso."Non ce l'aspettavamo, mi sembra evidente che per tante ragionici sia un abuso rispetto alle norme di diritto che esistonosulla privacy delle persone", aggiunge. La Cgil "interverra'prima di tutto guardando all'iter parlamentare nellecommissioni", poi alle Autorita' e valutera' eventualmente sepensare a ricorsi giudiziari. "Siamo di fronte a una ideasconvolgente della vita delle persone - dice ancora ladirigente sindacale - il lavoro e' sempre di piu' una mercegiocata al ribasso. E' l'ennesima conferma di undisinvestimento sul lavoro. E' la conferma che tutte leaffermazioni di lotta alla precarieta' sono negate dallemodalita' concrete con cui si impedisce ai lavoratori di esserepersone libere". La norma dei controlli a distanza "e' del tutto coerentecon un disegno involutivo messo in atto e perseguito da mesi:non si e' mai vista una produzione legislativa cosi'sfavorevole ai lavoratori del nostro Paese. E questoprovvedimento rappresenta l'ennesimo strumento di unneoliberismo dalla faccia buona, ma non meno sfrenato di quelloantico", rincara la dose il segretario generale della Uil,Carmelo Barbagallo. "La materia - aggiunge - era regolamentatadalla contrattazione: ora lasciano i lavoratori completamentealla merce' dell'impresa. Valuteremo insieme a Cgil e Cislquali strade percorrere per far modificare questa norma". LaCisl, con il segretario confederale, Gigi Petteni, chiede unaconvocazione da parte del ministro per "chiarire la portatadella norma e per sgombrare gli equivoci e trovare unasoluzione condivisa tra Governo e parti sociali". "Non c'e'dubbio che questa norma sui controlli a distanza si presta allepiu' svariate interpretazioni creando allarmismo tra ilavoratori e nell'opinione pubblica - sottolinea Petteni - E'necessario che su questo tema cosi' delicato, che riguardaanche l'autonomia delle parti sociali, si trovi una posizionerispettosa dei contratti e delle norme sulla privacy". Infineper il segretario generale dell'Ugl, Francesco Paolo Capone,con questa norma l'esecutivo " dimostra una volonta'persecutoria nei confronti dei lavoratori". Ma il ministero prima con una nota poi attraverso le paroledello stesso ministro rimanda le accuse al mittente: le nuovenorme garantiscono la privacy e "non c'e' nessun GrandeFratello" perche' tali ipotesi sono "prive di fondamento", dicePoletti da Lussembrugo. "Non c'e' nessuna liberalizzazione -spiega - le imprese che montano le telecamere o altri impiantidi contro hanno l'obbligo di avere l'accordo sindacale comeprima". Quello che cambia, aggiunge, riguarda gli "strumenti dilavoro, non le telecamere ma gli 'I-pad' o 'I-phone': prima leaziende li consegnavano al lavoratore e vigeva la regola dellaprivacy, ora la norma prevede che l'impresa deve informare illavoratore su utilizzo e finalita' dello strumento, ma laregola della privacy continua ad essere in vigore come prima". Il leader degli industriali Squinzi, taglia corto: "Non misembra una cosa cosi' grave. Chi ha la coscienza pulita nondovrebbe temere nessun tipo di controllo, non si deve averepaura". Controllerete i dipendenti? "Ma no..." e' la risposta.(AGI)
ADV