Istat: oltre 22.000 le controllate da aziende italiane all'estero

Nel 2013 prosegue l'espansione all'estero delle multinazionali italiane

Istat: oltre 22.000 le controllate da aziende italiane all'estero

Roma - Nel 2013 prosegue l'espansione all'estero delle multinazionali italiane. Lo segnala l'Istat sottolineando che sono 22.004 le imprese controllate (+174 rispetto al 2012). Nel complesso sono presenti in 160 paesi e impiegano quasi 1,8 milioni di addetti, con un fatturato complessivo di 542 miliardi di euro (455 miliardi se si escludono le imprese finanziarie). Al netto degli acquisti di beni e servizi, il fatturato realizzato all'estero nelle attivita' non finanziarie ammonta a oltre 126 miliardi, il 18,7% di quanto realizzato in Italia dalle imprese industriali e dei servizi non finanziari (18,1% nel 2012). La crescente internazionalizzazione del sistema produttivo italiano e' confermata dai nuovi investimenti all'estero: il 61,4% delle principali multinazionali industriali ha realizzato o programmato nuovi investimenti di controllo estero per il biennio 2014-2015 (+7 punti percentuali rispetto al biennio precedente). I nuovi investimenti all'estero sono focalizzati nelle attivita' core - produzione all'estero di beni e servizi - rispetto ad altre funzioni aziendali e risultano localizzati prevalentemente nell'Ue15.

Le strategie di internazionalizzazione sono sempre piu' trainate da fattori diversi dalla riduzione dei costi. L'accesso a nuovi mercati e' infatti la principale motivazione per realizzare nuovi investimenti tanto nell'industria quanto nei servizi. Al secondo posto si incontra l'aumento della qualita' o lo sviluppo di nuovi prodotti. I settori che mostrano la maggiore crescita tra il 2012 e il 2013 sono la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e di orologi, la fabbricazione di prodotti chimici e farmaceutici. Gli Usa si confermano principale paese di localizzazione sia delle attivita' industriali (oltre 130 mila addetti) sia dei servizi (oltre 111 mila). Romania, Cina e Sri Lanka sono le localizzazioni privilegiate per i settori tradizionali del Made in Italy. Si riduce il differenziale di costo del lavoro rispetto ad alcuni paesi emergenti: le affiliate italiane all'estero sostengono in Cina e Romania un costo del lavoro medio annuo pari a 7,9 mila euro, in entrambi i casi in considerevole crescita rispetto al 2012. Nel 2013 e' in forte espansione la componente di fatturato destinata ai mercati esteri, inclusa l'Italia (+6,4% sul 2012) mentre sono in lieve calo le vendite sul mercato di localizzazione. Tale dinamica e' dovuta alle maggiori vendite verso l'Italia e all'incremento di quelle verso paesi terzi. In quest'ultimo caso sembra profilarsi una strategia di diversificazione dei mercati per contrastare il rallentamento della crescita in alcuni dei principali paesi di residenza. E' considerevole la quota di fatturato esportato verso l'Italia dalle controllate italiane all'estero attive nei settori tradizionali del Made in Italy: 45,2% per le industrie tessili e confezione di articoli di abbigliamento, 40,3% per la fabbricazione di articoli in pelle. (AGI) 

(15 dicembre 2015)