Roma - Mentre i prezzi al consumo hanno perso lo 0,1% annuo, il carrello della spesa alimentare ha fatto registrare una dinamica di segno opposto ed e' aumentato dello 0,8%. In particolare la spinta inflazionistica e' da ricondurre all'ortofrutta, le cui quotazioni sullo scaffale sono cresciute di circa 5 punti percentuali. E' questa, in sintesi, l'analisi dell'Ufficio Studi della Cia-Agricoltori italiani sui dati Istat del mese di agosto.
"In una fase di risalita dei prezzi alimentari al consumo -ha spiegato il presidente nazionale della Cia Dino Scanavino- un'equa redistribuzione dei rapporti lungo la filiera, tra le fasi a monte e quelle a valle, rappresenta una necessita' non piu' rinviabile".
"I prezzi sui campi di alcune produzioni simbolo del Made in Italy, al contrario di quanto si verifica al consumo, sono in caduta libera - ha ricordato Scanavino-. I cereali, ad esempio, hanno ceduto ad agosto il 16% del loro valore, con punte del 40% per il grano. E se si guarda a livello generale, negli ultimi quindici anni, la quota del valore aggiunto agricolo all'interno della filiera e' scesa dal 25% al 17%".
Per queste ragioni, ha concluso il presidente della Cia, "sono necessari interventi nazionali ed europei che possano ridare centralita' all'agricoltura e rafforzarne il suo ruolo lungo la catena del valore. Un tema, tra l'altro, che e' stato al centro dell'ultimo Consiglio Ue dell'Agricoltura e, sul quale, i produttori attendono risposte certe e immediate".(AGI)