Il disagio dei pensionati: 44% vive in condizioni di semipoverta'
ADV
ADV
Il disagio dei pensionati: 44% vive in condizioni di semipoverta'

Il disagio dei pensionati: 44% vive in condizioni di semipoverta'

di lettura
(AGI) - Roma, 24 set. - Le condizioni di disagio sociale eimpoverimento dei pensionati negli ultimi anni si stanno semprepiu' aggravando a causa della pressione fiscale edell'insufficiente adeguamento delle pensioni al costo dellavita. L'aumento delle addizionali locali e il mancato recuperodel drenaggio fiscale hanno ridotto il potere di acquistosoprattutto per i 7,4 milioni di pensionati, il 44% del totale,che vivono in semipoverta' con una pensione inferiore a 1.000euro lordi mensili. Questo il quadro che emerge dal rapportosul potere di acquisto delle pensioni dal titolo "Politichefiscali, indicizzazione e progressivo impoverimento dellepensioni" realizzato dal Cupla in collaborazione con il Cer -Centro Europa ricerche - presentato oggi al Teatro Quirino diRoma. L'impoverimento dei pensionati - si legge nel rapportosupportato da una approfondita analisi che tiene conto deimutamenti delle regole di indicizzazione delle pensioni dallariforma Dini (1995) ad oggi - non e' solo un effetto delcrescente peso del fisco. Il meccanismo di adeguamento annualedel valore delle pensioni all'inflazione non ha protetto ne' lepensioni di importo basso, ne' quelle di importo medio e alto.L'area del disagio cresce innanzitutto tra i pensionati piu'poveri, per il solo effetto del prelievo fiscale, le pensionipiu' basse hanno subito una perdita del potere d'acquisto del4%. Inoltre, le pensioni piu' povere si collocano oggi oltretre punti percentuali al di sotto della soglia di poverta'assoluta. Un divario determinatosi interamente negli ultimidieci anni. Le pensioni al di sopra dei 1.500 euro non godonopiu' di un recupero pieno dell'inflazione. La perdita che neconsegue rispetto all'andamento dei prezzi al consumo e'consistente, risultando compresa fra il 2 e il 7%. Ilridimensionamento del potere d'acquisto e' statoparticolarmente pronunciato nel 2010-2013, ossia nel pienodella crisi economica. In futuro, le misure introdotte con lalegge finanziaria 2014 accentueranno ulteriormente la perditadi valore delle pensioni. A fronte di tale situazione, lesoluzioni che il Cupla propone al Governo a nome degli oltrecinque milioni di pensionati rappresentati, sono chiare e dellamassima urgenza. In primo luogo la proposta Cupla e' diadeguare gradualmente i trattamenti minimi di pensione al 40%del reddito medio nazionale, cioe' da 500 a 650 euro mensilicome ci chiede, del resto, la carta sociale europea. Perdifendere le pensioni, soprattutto quelle piu' basse, maggioreattenzione deve essere inoltre prestata al meccanismo diindicizzazione. L'aumento di costo dei servizi sanitari, dellecase di cura, delle spese di accesso al servizio sanitarionazionale colpiscono i pensionati in misura maggiore che non ilresto della popolazione. Queste voci dovrebbero trovare unmaggiore riconoscimento nel sistema di adeguamento dellepensioni. La riduzione del cuneo fiscale prevista per i solilavoratori dipendenti con retribuzione mensile fino a 1.500euro, che hanno recuperato 80 euro mensili, deve essere estesaanche ai pensionati a partire dalle fasce piu' basse direddito. Il Cupla ritiene che limitare l'intervento ai solilavoratori dipendenti sia una misura ingiusta e non in lineacon l'obiettivo dichiarato dall'Esecutivo di sostegno sociale edi rilancio dei consumi. Peraltro cio' allargherebbe la forbicegia' esistente tra lavoratori e pensionati sulla quota direddito esentata da tassazione (no tax area). Ecco perche' ilCupla afferma che per ristabilire un minimo di equita' egiustizia sociale non sia piu' differibile l'ampliamento dellano tax area ad almeno 13.000 euro (importo pari a due voltequello del trattamento minimo annuo delle pensioni Inps).Infine, il Cupla chiede a Governo e Amministrazioni locali diprevedere detrazioni ai fini del pagamento della Tasi per glianziani che abitano soli nella casa di proprieta' ed abbianoredditi al di sotto del doppio del trattamento minimo (13.000euro) se singoli o del triplo del trattamento minimo (19.500euro) se in coppia, e di escludere dall'imposta gli anziani nonautosufficienti o ricoverati in case di riposo. (AGI).
ADV