L'intervista del ministro Tria su flat tax, reddito di cittadinanza e investimenti

In un colloquio con Il Sole 24 Ore, il responsabile dell'Economia ha cercato di spiegare come si troveranno le coperture per reddito di cittadinanza, flat tax e investimenti 

giovanni tria intervista
 Afp
 Giovanni Tria

"Su riforma fiscale e reddito di cittadinanza bisogna partire davvero e tracciare un calendario che indichi in modo nitido le misure da attuare nel 2019 e i progressi da compiere negli anni successivi". Lo ha affermato il ministro all'Economia Giovanni Tria, in una lunga intervista al Sole 24 Ore in edicola, in cui ribadisce che "l'avvio delle misure principali del contratto di governo è compatibile con i vincoli di finanza pubblica e non viceversa".

Flat tax e reddito di cittadinanza

L'avvio - ha precisato Tria - non deve far rima con rinvio: "A spaventare i mercati e investitori non è il programma di governo, ma l'incertezza sulle prospettive, e traccheggiare aumenta le incognite, certo non le riduce". Tria ha spiegato che con l'avvio della flat tax "va inteso un percorso progressivo di convergenza verso l'obiettivo indicato dal programma di governo. Su quest'ultimo aspetto, l'aumento delle soglie per il regime forfettario è sicuramente un passo possibile, che produce anche un rilevante effetto di semplificazione degli adempimenti a carico delle attività economiche più piccole".

"Ma stiamo lavorando intensamente - riferisce il ministro - anche sulle simulazioni degli interventi possibili per le persone fisiche, sempre nell'ottica di convergere progressivamente verso l'obiettivo finale".

Investimenti pubblici

L'Italia, ha continuato poi il ministro, deve dimostrare che è in grado di crescere e per questo "è decisivo il rilancio degli investimenti pubblici e l'avvio effettivo degli interventi su fisco e reddito di cittadinanza, che sono compatibili con i vincoli di finanza pubblica". Che poi precisa che il governo sta studiando "un grande piano per mobilitare tutte le risorse esistenti già nel bilancio pubblico", "incagliate per una delle tante cause possibili". Secondo Tria, occorre ricostruire "una struttura che rappresenti una sorta di versione aggiornata del Genio Civile e sia in grado di fornire progetti definitivi agli enti che devono costruire o ristrutturare case, scuole oppure ospedali".

Essenziale, secondo Tria, anche una forte opera di semplificazione delle norme: "a settembre faremo un primo intervento sul Codice appalti, in vista di una successiva revisione generale". Per far ripartire l'economia, sottolinea Tria, bisogna "guardare alla massa di opere e investimenti pubblici diffusi sul territorio. Sulle opere più grandi bisogna poi costruire un ruolo più attivo delle grandi aziende a partecipazione pubblica come Enel, eni e ferrovie e di Cassa depositi e prestiti".

Previdenza

Il governo sta studiando "interventi previdenziali, con il vincolo che non incidano in modo troppo pesante sulla curva della spesa a medio e lungo termine". La mancata citazione del tema pensioni nel comunicato di venerdì dopo il vertice sulle misure economiche "non significa l'abbandono del dossier".

Quanto all'impatto della cosiddetta quota 41, Tria risponde: "Dipende dalle condizioni. Stiamo studiando, e non c'è ancora un quadro definito".

Debito pubblico

Il percorso di riduzione del debito "non viene messo in discussione", ha poi assicurato Tria, in cui presenta le ipotesi di quadro programmatico: una stima di crescita dell'1,2% quest'anno e intorno all'1-1,1% l'anno prossimo. "Tutte le simulazioni su cu abbiamo lavorato - ha aggiunto Tria - si basano sulla mancata attivazione delle clausole di salvaguardia", per cui servono 12,4 miliardi.

"Stiamo però dialogando con la commissione Ue per evitare una correzione che sarebbe troppo pro-ciclica, cioè che favorirebbe il rallentamento dell'economia". Tria indica poi "programmi possibili di ulteriori privatizzazioni, che in questi anni si sono fermate anche per problemi di capitalizzazione, oggi superati".



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