di Titti Giammetta
Astana- L'Expo 2017 ad Astana sarà "un'occasione" per le imprese italiane che vogliono investire in Kazakistan, nell'area eurasiatica e, addirittura, per chi guarda alla Cina e alle opportunità della nuova Via della Seta. A parlare è l'ambasciatore italiano ad Astana, Stefano Ravagnan, che sarà il Commissario generale per la sezione italiana dell'evento. "Si tratta di una vetrina importante - ha spiegato il diplomatico in un'intervista all'AGI in occasione dell'Astana Economic Forum - per l'energia, che è il tema portante dell'Expo, ma anche per tutti gli altri settori". "La promozione dell'evento ancora non è ancora partita e siamo nelle fasi iniziali - ha proseguito Ravagnan -. Ora ci stiamo occupando della parte amministrativa e burocratica. Vedo comunque grandissimo, enorme interesse dei nostri fornitori all'Expo. Siamo in fase 'Italy for Expo' poi passeremo a e 'Italy in Expo'. Ma le candidature sono già tante, soprattutto da parte di chi ha partecipato a Expo Milano". Un'occasione di presentare l'Italia a circa 5 milioni di visitatori, secondo le previsioni, l'85% provenienti dall'Eurasia, ma sarà consistente anche la partecipazione della Cina. "Opportunità sarà soprattutto per quelle imprese che non si sono mai affacciate in questa regione e che vogliono per farsi conoscere" ha aggiunto il diplomatico. I tempi? "Si procede in fretta e i lavori sono in fase avanzata. Si parlava del 2 gennaio ma probabilmente già a fine novembre si potrà partire. E siamo già vicini ai 100 paesi di cui è prevista la partecipazione. è una sfida notevole".
Sullo sfondo dell'appuntamento del 2017 un Kazakistan in sofferenza economica ma, comunque, fortemente impegnato sul fronte delle riforme e del lancio dell'Unione economica eurasiatica, progetto nato e caldeggiato dal presidente Nursultan Nazarbayev. "Il Paese - ha spiegato l'ambasciatore - soffre la crisi economica di tutti i paesi dipendenti dal petrolio, forse piu' di altri. Il 2015 si è chiuso con grosse difficoltà , il 2016 sarà ancora complicato e si punta a un inizio di ripresa nel 2017". Una situazione, ha aggiunto Ravagnan, che certamente influenza anche l'interscambio con l'Italia. "I dati dell'export pero' mi hanno favorevolmente sorpreso - ha aggiunto - con un aumento del 10% delle nostre esportazioni. Questo significa che il Paese sta comunque andando verso una diversificazione produttiva, soprattutto in alcuni settori. Si inizia a produrre localmente. Il made in Italy è molto conosciuto e parliamo sempre di una situazione in cui il tenge si è dimezzato contro l'euro e i beni importati costano e non tutti se li possono permettere. Eppure la spinta c'è". Il Kazakistan rappresenta inoltre un ponte verso l'Eurasia. "Ragione stessa della nascita dell'Unione economica che, partita nelle condizioni peggiori (la guerra in Ucraina e le sanzioni alla Russia) è comunque in una fase di assestamento" ha detto Ravagnan. Poi c'è la Cina "con un mercato con miliardi di bocche da sfamare e un terreno inutilizzabile". Alcune imprese italiane hanno iniziato a raggruppare, nel settore della carne, imprese locali per l'export. "Questo per esempio ai kazaki piace moltissimo". "Settori agroalimentare e dell'agricoltura biologica quindi, a questi si aggiunge l'industria dei macchinari: insomma cose da fare qui ce ne sono". La scommessa Expo intanto già si concentra a quello che ad Astana sarà il Padiglione Italia. "Girano tante idee - ha detto l'ambasciatore - l'Italia è all'avanguardia nelle rinnovabili e nel geotermico, nel contempo abbiamo in Kazakistan una tradizione molto forte con l'Eni che ha avuto un peso nello sviluppo economico e sociale del Paese. Per non parlare poi della nostra storia nell'energia , pensiamo ad Alessandro Volta. (AGI)