Fmi: taglia a +1, 1% Pil Eurozona 2014, rischio stagnazione
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Fmi: taglia a +1, 1% Pil Eurozona 2014, rischio stagnazione

Fmi: taglia a +1, 1% Pil Eurozona 2014, rischio stagnazione

Fmi: taglia a +1, 1% Pil Eurozona 2014, rischio stagnazione
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(AGI) - Washington, 14 lug. - La ripresa dell'Eurozona stagradualmente "prendendo piede" ma la sua forza e'"insufficiente" e si corre il "rischio di una stagnazione nelmedio termine" che potrebbe anche contagiare i Paesi vicini. Losostiene il Fondo monetario Internazionale che ha tagliatoall'1,1% (dall'1,2% previsto nel World Economic Outlook diprimavera) le stime sul Pil di Eurolandia nel 2014, confermandoall'1,5% l'espansione attesa nel 2015. Le previsioni sonocontenute nel rapporto pubblicato al termine della ricognizionesecondo l'Articolo IV sull'area euro dove si sottolinea comel'espansione dell'economia sia stata piu' debole del previstonel primo trimestre e come non sia distribuita in manieraomogenea tra i diversi Paesi. Sebbene "la produzione in termini reali sia cresciuta perquattro trimestri consecutivi" e la fiducia del mercato siamigliorata "in modo significativo", la forza della ripresa diEurolandia "e' fragile e diseguale" , rincarano gli economistidi Washington. La stagnazione, spiega l'Fmi, potrebbe derivareda una "persistente ridotta domanda domestica, daun'insufficiente azione politica e dallo stallo delle riformestrutturali". Al contrario, il miglioramento della fiducia,potrebbe comportare un aumento della crescita, sopra i livelliprevisti. La debolezza della domanda aggregata sta influendonegativamente "sull'attivita' reale, spingendo al ribassol'inflazione mentre le societa', le famiglie e le banchecontinuano a ripianare i loro bilanci", si sottolinea nelrapporto. "I mercati finanziari sono ancora frammentati -osservano gli esperti dell'Fmi - mentre la contrazione delcredito e l'alto costo dei finanziamenti riducono gliinvestimenti nei Paesi con grandi output gap (differenza traprodotto interno reale e Pil potenziale), con ampi carichi didebito e con una disoccupazione alta". L'inflazione e' destinata a rimanere sotto il target dellaBce "per un periodo protratto di tempo", dice l'Fmi, mentrepersistono "gap strutturali nei mercati dei capitali, dellavoro e dei beni" che limitano gli investimenti , ilriequilibrio dell'aree euro e l'aumento della produttivita'".Per la crescita, si avverte nel rapporto, "i rischi restanoancorati al ribasso". Considerando il limitato margine di manovra nel mediotermine, ulteriori shock negativi, sia interni e sia esterni,potrebbero minare la fiducia dei mercati, fermare la ripresa espingere l'economia in deflazione. Tra i rischi esterni, gliispettori di Washington citano l'escalation di conflittigeopolitici, il rallentamento della crescita dei Paesiemergenti e il venir meno delle politiche monetarie nonconvenzionali da parte della Federal Reserve. L'Fmi enfatizza come sia necessario supportate "unasostenuta e forte crescita per ridurre la disoccupazione e icarichi di debito" con sforzi concertati "sul sostegno alladomanda, sul completamento del processo di ripianamento deibilanci e dell'unione bancaria e portando avanti le riformestrutturali". Qualche preoccupazione, sul fronte dei progressiverso una sempre maggiore integrazione e' rappresentata,secondo l'Fmi, dal recente esito delle elezioni europee con lacrescente affermazione degli euro-scettiti. "Cio' pone deirischi per il mercato unico - conclude il rapporto - e si mettealla prova la credibilita' del nascente quadro di governacefiscale". (AGI).
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