Roma - L'impatto dell'agenda sulle riforme in Italia "va nella giusta direzione" ma "richiedera' tempo per materializzarsi". Lo sostiene l'agenzia di rating Fitch, secondo la quale "a medio termine le pressioni riguarderanno le banche e le piccole e medie imprese". "Il settore bancario italiano - spiega Fitch - e' appesantito dalla debole qualita' delle sue attivita' e da una considerevole frammentazione". E, secondo Fintch, "il settore bancario italiano avra' bisogno di mettere da parte riserve aggiuntive per far fronte alle perdite legate ai prestiti e, successivamente, questo potrebbe costringerlo a varare ulteriori aumenti di capitale". L'Italia, sostiene Fitch, ha "identificato con ritardo" i problemi degli Npl, cioe' dei crediti deteriorati. "L'Irlanda e la Spagna, per esempio - nota l'agenzia - sono state in grado di ricapitalizzare le loro banche prima che le procedure di bail-in, introdotte in Europa e le direttive Ue sul risanemento bancario entrassero in vigore. Gli schemi lanciati in Italia devono quindi far fronte a forti difficolta' e "c'e' il rischio che che non siano in grado di risolvere efficacemente i problemi di qualita' degli asset". Inoltre il debito sovrano e' uno dei piu' alti al mondo e il governo "pochi spazi di manovra" per "significativi" stimoli di bilancio in grado di rafforzare la crescita. Al cuore dei problemi che riguardano la qualita' degli asset del settore bancario e dei crediti deteriorati c'e' un "debole" settore delle piccole e medie imprese. "Nuove leggi sull'insolvenza potrebbero incoraggiare le banche a riqualificare piu' velocemente i loro crediti deteriorati, ma molto dipende su quanto facilmente riusciranno a prendere il controllo del collaterale e se il collaterale sara' valorizzato". Inoltre Fitch ritiene che l'esito del referendum costituzione dell'ottobre 2016 sara' "essenziale" per capire se questa fase di riforme "andra' avanti o finira' in uno stallo". Per ora sono state approvate la riforma del lavoro, quella elettorale, quella sull'insolvenza delle grandi aziende, "anche se e' ancora tropo presto per capire se queste riforme saranno in grado di aumentare in modo significativo la crescita del Pil". (AGI)