Fisco: Cgia, nessuna correlazione tra uso contante ed evasione
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Fisco: Cgia, nessuna correlazione tra uso contante ed evasione

Fisco: Cgia, nessuna correlazione tra uso contante ed evasione

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(AGI) - Roma, 28 feb. - Nonostante l'Italia abbia il limiteall'utilizzo del contante piu' basso d'Europa, l'evasionefiscale non sembra averne risentito; anzi, c'e' pochissimacorrelazione tra la soglia limite all'uso di cartamonetaimposta per legge e il rapporto tra la base imponibile Iva nondichiarata e il Pil, vale a dire l'evasione fiscale. E' quantoemerge da un'analisi elaborata dall'Ufficio studi della Cgia diMestre. "Tra il 2000 e il 2012 (ultimo anno in cui i dati sonodisponibili), a fronte di una soglia limite all'uso del denaroche e' rimasta pressoche' stabile fino al giugno 2008,l'evasione ha registrato un andamento altalenante fino al 2006per poi scivolare progressivamente fino al 2010", si leggenella nota della Cgia, "se tra il 2010 e l'anno successivo l'"asticella" del limite al contante si e' ulteriormenteabbassata (passando da 5.000 e 1.000 euro), l'evasione, invece,e' salita fino a sfiorare il 16 per cento del Pil, per poiridiscendere nel 2012 sotto quota 14 per cento". "Alla luce diquesta comparazione", prosegue la Cgia, "possiamo affermare chenon c'e' una stretta correlazione tra l'uso della carta monetae l'evasione fiscale; anzi, il minor utilizzo del contante puo'diminuire le possibilita' di riciclaggio di denaro provenienteda attivita' illegali che, come sappiamo, non venivano pero'incluse nelle statistiche ufficiali riferiti all'evasionefiscale". Tra i principali membri dell'Unione europea, ben 11 Paesinon prevedono alcun limite all'uso del contante. La Francia eil Belgio hanno una soglia di spesa con la cartamoneta di3.000 euro, la Spagna di 2.500 euro e la Grecia di 1.500 euro.L'Italia e il Portogallo, invece, manifestano la situazionepiu' restrittiva: la soglia massima oltre il quale non si puo'piu' usare il contante e' pari a 1.000 euro. "Il diffusissimo uso del contante e' correlato al fatto chein Italia ci sono quasi 15 milioni di unbanked", dichiaraGiuseppe Bortolussi segretario della Cgia, "ovvero di personeche non hanno un conto corrente presso una banca. Un record nonriscontrabile in nessun altro paese d'Europa. Non avendo nessunrapporto con gli istituti di credito, milioni di italiani nonutilizzano alcuna forma di pagamento tracciabile, come la cartadi credito, il bancomat o il libretto degli assegni. Questaspecificita' tutta italiana va ricercata nelle ragionistoriche e culturali ancora molto diffuse in alcune aree efasce sociali del nostro Paese". "Non possiamo disconoscere",conclude Bortolussi, "che molte persone di una certa eta' e conun livello di scolarizzazione molto basso preferiscono ancoraadesso tenere i soldi in casa, anziche' affidarli ad una banca.Del resto, i vantaggi economici non sono indifferenti, vistoche i costi per la tenuta di un conto corrente sono in Italia ipiu' elevati d'Europa."Cresce intanto l'ammontare di banconote in circolazione nelnostro Paese. Nel 2014, ricorda la Cgia, la massa monetariacomplessiva ha sfiorato i 164,5 miliardi di euro. Negli ultimi7 anni di crisi, fa sapere la Cgia, l'incremento percentuale e'stato del 30,4 per cento, a fronte di una variazionedell'incidenza delle banconote sul Pil del +2,4 per cento e diun aumento dell'inflazione che ha sfiorato il 10 per cento. .
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