Il 18 giugno 2016 uno dei collaboratori più fidati di Mark Zuckerberg, amministratore delegato di Facebook, ha scritto e diffuso nelle stanze dei manager di Manlo Park una nota sui costi necessari della crescita del social network. Si tratta di Andrew Bosworth, manager della società, che scrisse: "Noi mettiamo in connessione le persone. Punto. Ecco perchè tutto ciò che facciamo per la nostra crescita è giustificato".
Ma "noi connettiamo persone" e "questo potrebbe diventare qualcosa di spiacevole se qualcuno ha cattive intenzioni. A qualcuno potrebbe costare la vita se magari vittima di bullismo" [...] "Forse qualcuno potrebbe morire in un attacco terroristico coordinato sui nostri strumenti...". Una nota che Buzzfeed, il sito che l'ha pubblicata, non esita a definire "esplosiva", già dal titolo: "The Ugly", il lato cattivo di Facebook. Da quanto riporta il sito, non sarebbe mai stata diffusa al di fuori della sede del colosso della Silicon Valley prima di oggi.
La nota di Bosworth assume un valore particolare dopo il caso Facebook - Cambridge Analytica. Gli articoli delle ultime settimane hanno messo sotto i riflettori le tecniche di raccolta dei dati del social network, sul suo scarso controllo con la disinformazione e la propaganda di stati stranieri durante i processi democratici.
Nelle parole del manager si capisce però come l'azienda era già piuttosto al corrente del 'cattivo uso' che qualcuno poteva fare del social network. Ma decise di non intervenire perchè, si legge nel testo, "tutto ciò che facciamo per connettere le persone la maggior parte delle volte ha un valore positivo". Bosworth era responsabile della strategia pubblicitaria di Facebook quando ha scritto il promemoria due anni fa, ma dalla fine del 2017 ha lasciato il suo ruolo per ricoprire quello di capo della divisione hardware di Manlo Park.
Su Twitter il manager ha risposto all'articolo confermandone da un lato l'autenticità, ma precisando di "non essere d'accordo con quello che scrisse nella nota oggi, come non lo era nemmeno allora. L'obiettivo di quella nota, come molte altre che ho scritto internamente, era per far emergere questioni che a mio avviso meritavano una maggiore discussione interna". E a chi gli perché scrivere un post che non condivide risponde: "Voleva essere una provocazione. Questa era una delle cose più impopolari che ho scritto internamente e doveva solo aprire un dibattito interno per migliorare i nostri strumenti".
My statement on the recent Buzzfeed story containing a post I wrote in 2016 pic.twitter.com/lmzDMcrjv5
— Boz (@boztank) 29 marzo 2018
Ma in questa nota di Bosworth emerge anche quali fossero le tattiche usate da Facebook per la propria crescita. "La verità scomoda è che noi crediamo nel fatto di connettere le persone così profondamente che ogni cosa che ci può consentire di di farlo sempre di più e più spesso 'di fattò è buono. è forse l'unica area in cui le metriche ci dicono davvero come stanno le cose per quanto ci riguarda. Insieme al prezzo delle nostre azioni in borsa (ah!). è questo in sostanza quello che facciamo. Connettiamo persone. Punto".
La replica di Zuckerberg: "Nessuno era d'accordo con quelle parole"
A stretto giro è arrivata a Buzzfeed la replica di Mark Zuckerberg, che scrive: "Bosworth è un manager talentuoso e spesso dice cose provocatorie. Questa era una di quelle note che vede molti in Facebook, me compreso, completamente in disaccordo. Non abbiamo mai creduto che il fine giustifichi i mezzi. Oggi riconosciamo che connettere le persone non è più sufficiente. Dobbiamo lavorare per rendere le persone più vicine tra loro. è per questo che nell'ultimo anno abbiamo rivisto interamente la nostra missione aziendale".