Eni: Piatti, modello 'due bandiere' per lo sviluppo in Africa
ADV
ADV
Eni: Piatti, modello 'due bandiere' per lo sviluppo in Africa

Eni: Piatti, modello 'due bandiere' per lo sviluppo in Africa

di lettura
(AGI) - Rho (Milano), 25 giu. - L'approccio delle 'duebandiere': la capacita' di esprimere la doppia natura, sia dicompagnia locale sia globale, che costituisce una delle ragionistoriche e che permette a Eni di essere scelta dalle nazioni incui opera. "Innalzare in ogni impianto, su ogni campo, inciascuna citta' o villaggio in cui siamo impegnati la nostrabandiera del cane a sei zampe e del Paese che ci ospita,simboleggia l'approccio tradizionale dell'Eni che coniuga losviluppo del proprio business e quello delle nazioni e dellecomunita' locali dove operiamo", spiega Alberto Piatti, SeniorVice Presidente Services & Stakeholder Relations Sustainabilitydi Eni, nel corso del suo intervento al seminario 'Energy andthe integrated management of resources' tenutosi a Expo 2015.Un approccio ancora piu' sentito in Africa, il continente doveEni opera in 16 Stati ed e' la prima compagnia internazionaleper produzione di idrocarburi. In Africa, dove la scarsita' di accesso all'energiaraggiunge i livelli piu' alti al mondo, "l'approccio delle 'duebandiere' e' la pietra miliare dei nostri rapporti con lecomunita' locali e i Paesi in cui operiamo", aggiunge Piattiche ricorda come Eni sia "la prima compagnia petroliferainternazionale per l'utilizzo di gas per produrreelettricita'", trasformando cosi' "il rischio che il gasflaring impatti sull'ambiente in un'opportunita' di business,oltre che di sviluppo per le comunita' locali". In questo senso, sottolinea il manager, i progettirealizzati in Nigeria e Congo sono esemplari per illustrare il'modello Eni': nel Paese piu' popoloso d'Africa i progettirealizzati dal 'Cane a sei zampe' per la produzione di energiaha permesso di portare l'elettricita' in 90 comunita', conbenefici diretti e indiretti che riguardano quasi 11 milioni dipersone. In Congo, invece, sono state costruite due centrali agas per una capacita' di 350MW, piu' una rete di trasmissionedi 550 chilometri che ha consentito di portare l'energiaelettrica al 40% degli abitanti di Pointe Noire, pari quindi a1,5 milioni di cittadini che ora hanno la luce in casa. A questi piani Eni affianca una miriadi di progetti,conclude Piatti, che "possiamo definire di contenuto locale";progetti che portano al miglioramento delle condizionisocioeconomiche dei Paesi ospitanti attraverso lapartecipazione di personale e aziende locali alle attivita'industriali, la formazione e il trasferimento di competenze;progetti che, a cascata, si trasformano tra l'altro in posti dilavoro, sviluppo di imprese locali, creazione diinfrastrutture. (AGI).
ADV