Roma - La produzione di Eni si è attestata a 1,734 milioni di barili al giorno nel I semestre con un incremento dello 0,5% (-2,2% nel trimestre), che si ridetermina in +2,4% (+1,5% nel trimestre) escludendo l'impatto del fermo in Val D'Agri. è quanto si legge nel comunicato sui conti semestrali approvati dal cda.
"Nel primo semestre 2016, in un mercato debole con primi segnali di ripresa, Eni ha conseguito risultati di rilievo". è il commento di Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, in merito ai risultati conseguiti dalla società nel I semestre dell'anno. In particolare, ha spiegato, "la produzione di idrocarburi supera le attese compensando il fermo delle attività in Val d'Agri e le interruzioni di produzione in Nigeria. I progetti di sviluppo mantengono le previsioni di tempo e di costo e consentiranno un incremento produttivo di oltre il 5% nel 2017. L'esplorazione, focalizzata sulle attività near-field, ha consentito di rivedere al rialzo in soli sei mesi le aspettative di nuove scoperte". "Nel middownstream - ha proseguito Descalzi - abbiamo conseguito risultati positivi in tutti i settori d'attivita' grazie alle azioni intraprese che continueranno come previsto. Complessivamente la strategia in atto, le azioni di ottimizzazione e la riduzione della base costi hanno consentito di compensare parte dell'effetto scenario con un beneficio sull'utile operativo di 1 miliardo. Manteniamo una struttura patrimoniale molto solida fondata sull'autofinanziamento degli investimenti ad un prezzo Brent di 50$/barile. Su queste basi - ha concluso - confermerò la proposta al CdA di un acconto dividendo pari a 0,40 euro per azione".
Grazie ai progetti di sviluppo in corso, la produzione di Eni aumenterà di oltre il 5% nel 2017. E' quanto si legge nel comunicato sui conti semestrali della società. I progetti di sviluppo in corso sono, si legge nella nota, confermati nei tempi e nei costi a sostegno dell'incremento produttivo e garantiranno inoltre un contributo equity di 500 mila boe al giorno nell'arco di piano.
Nel primo semestre, Eni ha riportato un utile operativo adjusted di 0,77 miliardi di euro mentre nel II trimestre è stato di 0,19 miliardi. I dati risentono in particolare della continua debolezza del prezzo del petrolio e del gas Italia, oltrechè l'impatto del fermo in Val d'Agri per l'intero secondo trimestre, attenuati dalla crescita delle produzioni in altre aree, dalla riduzione dei costi e dai minori ammortamenti. In particolare, per il semestre l'utile operativo adjusted ha registrato una riduzione del 75% (2,32 miliardi) per effetto sostanzialmente degli stessi driver commentati nell'andamento del trimestre. Il risultato netto adjusted è una perdita di 0,27 miliardi. Complessivamente lo scenario prezzi delle commodity ha penalizzato la performance operativa del semestre per 2,8 miliardi, il fermo in Val d'Agri oltre a fenomeni non ricorrenti nel settore G&P registrati nel 2015 hanno pesato per 0,5 miliardi, parzialmente compensati dalla crescita produttiva in altre aree, da recuperi d'efficienza e dalla riduzione della base costi, soprattutto nel settore E&P, per 1 miliardo.
Il cda proporrà un acconto dividendo di 0,40 euro per azione: è quanto si legge nella nota sui conti semestrali di Eni. Sulla base dell'esame dei risultati del I semestre e delle previsioni di piano, si legge, "la proposta di acconto dividendo al Consiglio di Amministrazione del 15 settembre 2016 sara' di 0,40 euro per azione (0,40 euro l'acconto 2015) da mettere in pagamento a partire dal 21 settembre 2016 con stacco cedola il 19 settembre 2016". L'indebitamento finanziario netto al 30 giugno è pari a 13,81 miliardi con una riduzione di 3,06 miliardi rispetto al 2015 per effetto del closing dell'operazione Saipem con il rimborso dei crediti finanziari intercompany di 5,8 miliardi e l'incasso della cessione della partecipazione del 12,503% a CDP Equity SpA per 0,46 miliardi, in parte compensati dalla sottoscrizione pro-quota dell'aumento di capitale sociale della ex-controllata per 1,07 miliardi. Nel primo semestre 2016 il flusso di cassa netto da attivita' operativa è stato di 3,1 miliardi. Gli incassi da dismissioni sono stati 0,95 miliardi e hanno riguardato oltre il 12,503% di Saipem, la residua partecipazione in Snam per effetto dell'esercizio del diritto di conversione da parte dei bondholders (0,33 miliardi). Tali flussi hanno coperto parte dei fabbisogni relativi al pagamento del saldo dividendo 2015 agli azionisti Eni (1,44 miliardi), agli investimenti tecnici del semestre (4,88 miliardi) e all'aumento di capitale sociale di Saipem. Rispetto al 31 marzo 2016, l'indebitamento finanziario netto evidenzia un incremento di 1,59 miliardi. Il flusso di cassa netto da attivita' operativa del secondo trimestre è stato di 1,73 miliardi e ha coperto parte dei fabbisogni relativi al pagamento del saldo dividendo 2015 e agli investimenti del periodo (2,42 miliardi). Altri dati di bilancio riguardano il risultato netto adjusted negativo per 0,27 mld mentre il risultato netto complessivo è negativo per 1,24 mld.
Il Cda di Eni ha approvato alcuni interventi sulla macro-struttura organizzativa della Società in materia di sistema di controllo interno e gestione dei rischi, da attuarsi a partire dal mese di settembre. In primo luogo, la funzione di Risk Management Integrato, responsabile di supportare il management di Eni nella individuazione e monitoraggio dei principali rischi della Societa', passa alle dirette dipendenze dell'Amministratore Delegato. Tale funzione è oggi alle dipendenze del Chief Financial & Risk Management Officer. In secondo luogo, viene costituita la Direzione Integrity Compliance, con la responsabilita' di presidiare le materie di compliance legale (tra cui per esempio la responsabilita' amministrativa di impresa, il Codice Etico, l'Antibribery, l'Antitrust). Tali attivita' e competenze, sviluppate nel tempo da Eni nell'ambito della funzione Affari Legali, saranno poste alle dipendenze del Chief Financial Officer con l'obiettivo di cogliere sinergie operative e di knowhow con i processi di compliance amministrativa e contabile. Questa trasformazione rappresenta un passo intermedio rispetto all'assetto organizzativo finale che vedra', entro dicembre 2016, la costituzione di una struttura responsabile della Compliance di Eni posta alle dirette dipendenze dell'Amministratore Delegato di Eni. Infine, la societa' Versalis, che attualmente riferisce al Chief Refining & Marketing and Chemicals Officer, passera' a riferire direttamente all'Amministratore delegato di Eni. (AGI)