(AGI) - Pieve Vergonte (VB), 27, giu. - Inizia la fase operativa del progetto di bonifica dell'area di Pieve Vergonte, nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola (VCO). Un'area caratterizzata da un forte inquinamento perche' gia' dal 1915 interessata dalla produzione di cloro-soda, fertilizzanti e poi da produzioni a supporto dell'industria bellica e successivamente da mercurio e ddt per le attivita' di Rumianca e Sir, passate all'Anic e conferite a Enichem nel 97. Il progetto di bonifica e' realizzato da Syndial, societa' Eni per i servizi ambientali. La fase operativa del progetto e' stata presentata questo pomeriggio, a Pieve Vergonte, dall'amministratore delegato di Syndial, Giovanni Milani, alla presenza del prefetto del VCO, Iginio Olita, e a quella dell'assessore all'Ambiente della Regione Piemonte, Alberto Valmaggia e dei sindaci del territorio.
"Con la prefettura - ha spiegato Milani - e' stato stipulato un protocollo di legalita', siglato nel 2014. Tutto cio' perche' vi sia una partecipazione attiva della prefettura per attivita' di monitoraggio sulle imprese che operano nell'area". Dal canto suo il prefetto ha voluto spiegare che il "protocollo di legalita' e' fondamentale per garantire, appunto, legalita', ma anche sicurezza. E' importante perche' dobbiamo dare garanzie ai territori, agli enti locali e ai cittadini, perche' si evitino infiltrazioni".
La Syndial, spiega il suo amministratore delegato si "occupa di tutte le attivita' ambientali che riguardano Eni in Italia. Syndial e' il centro di competenza Eni sul campo del risanamento ambientale offrendo un servizio integrato che include tutte le fasi di un intervento di bonifica fino all'individuazione di soluzioni sostenibili di recupero e valorizzazione delle aree post-intervento". E tutto cio' si sta sviluppando sull'area di Pieve Vergonte, 37 ettari, uno dei siti di bonifica piu' complessi di Syndial, che comprende aree interne allo stabilimento e aree esterne al sito utilizzate come aree di servizio durante le progressive produzioni.
"Il cantiere dovrebbe concludere le sue attivita' - prosegue Milani - nel 2028 per un costo complessivo di 250 milioni di euro, 90 di quali sostenuti, fino ad oggi, per il risanamento e la messa in sicurezza. Per i prossimi interventi di bonifica, la Syndial sosterra' oneri pari a 160 milioni di euro. Questi sono i costi di investimento, esclusi i costi di esercizio".
L'assessore all'Ambiente della Regione Piemonte, Valmaggia, ha assicurato "tutta la disponibilita' a collaborare e a lavorare insieme, perche' l'intervento sia fatto bene e presto. Il fattore tempo e' fondamentale su un sito che va bonificato e perche' e' un luogo dove, ancora, si sta lavorando".
Il progetto di bonifica dell'area di Pieve Vergonte prevede: la deviazione dell'alveo del torrente Marmazza, riportandolo nel suo alveo naturale deviato nel secolo scorso per far passare il torrente all'interno della fabbrica; opere spondali del fiume Toce e il monitoraggio ambientale. Bonifica della falda: questo portera' ad un ampliamento dell'impianto di trattamento della acqua di falda, opere di contenimento idraulico, oltre che al monitoraggio ambientale. E, infine, alla bonifica dei suoli.
Si e' arrivati alla fase operativa del progetto dopo diversi e lunghi passaggi di autorizzazione, come spiega l'ad di Syndial, Milani: "1995-2000 vi e' stata la caratterizzazione ambientale, nel 2003 l'autorizzazione del piano di caratterizzazione, tra il 2000 e il 2011 sono stati presentati numerosi progetti di bonifica integrati secondo prescrizioni degli enti. Per arrivare al 2014 con l'autorizzazione del progetto operativo di bonifica. Fasi che sono state accompagnate da interventi di risanamento ambientale come l'interruzione dei percorsi di contaminazione, la messa in sicurezza chiudendo l'uscita degli inquinanti dall'area, la demolizione di impianti ddt e la realizzazione dell'impianto per il trattamento della acque di falda e l'attivazione del sistema di sbarramento idraulico definitivo del sito".
Tutto questo lavoro, inoltre, e' stato accompagnato da uno studio di impatto ambientale dove sono stati valutati i possibili impatti sull'ambiente e sul territorio durante tutte le fasi di bonifica, la durata di tali impatti e le misure di mitigazione-gestione per garantire il controllo. Non solo. Il progetto prevede un "piano di monitoraggio ambientale", uno strumento di controllo delle attivita' potenzialmente impattanti sul territorio durante le opere previste nel piano di bonifica. (AGI)
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