Exxon Mobil Corp. ha annunciato l'uscita dalle joint venture con Rosneft, dopo che le sanzioni internazionali contro il settore energetico russo hanno paralizzato i progetti avviati nell'Artico. Nella sua relazione annuale alla Securities and Exchange Commission (Sec), l'ente federale statunitense preposto alla vigilanza della Borsa valori, la Exxon spiega di aspettarsi l'avvio formale dell'uscita nel 2018.
La decisione della major petrolifera americana è stata presa alla fine dell'anno scorso, quando gli Usa hanno esteso le sanzioni contro Mosca. Exxon e la statale Rosneft avevano concordato, nel 2013, di creare società comuni operative per lo sviluppo di giacimenti di gas e petrolio nel Mare di Kara e nel Mar Nero. Si era trattato di uno dei successi dell'allora amministratore delegato di Exxon, Rex Tillerson, poi diventato segretario di Stato Usa con Donald Trump.
Nel 2014, Rosneft aveva annunciato la scoperta nel Mare di Kara di un maxi giacimento di petrolio, le cui riserve - secondo le stime - sono paragonabili a quelle dell'Arabia Saudita. Le trivellazioni erano proseguite, nonostante le sanzioni per la crisi in Ucraina varate proprio quell'anno, ma il rafforzamento delle misure punitive contro Mosca - voluto da Washington per quella che ritiene l'ingerenza russa nelle elezioni presidenziali americane del 2016 - hanno complicato ulteriormente il progetto.
Secondo Bloomberg, Exxon subirà una perdita di 200 milioni di dollari al netto delle imposte, come risultato dell’uscita dall’accordo con la major russa, ma il costo reale potrebbe essere molto maggiore, perché le operazioni di esplorazione e sviluppo dei maxi giacimenti offshore in Russia avrebbero dovuto garantire una crescita di lungo termine alla compagnia. Senza la Russia, Exxon ha difficoltà a far crescere la produzione, fa notare sempre Bloomberg.
Sotto la guida del successore di Tillerson, Darren Woods, la major americana ha spostato il suo focus su Texas, New Mexico e sull’offshore di Guyana, Brasile e Africa orientale. Exxon ha invece assicurato che non ci saranno ripercussioni sulla collaborazione di lungo termine con Rosneft a Sakhalin, nel Lontano oriente russo, siglata prima degli accordi del 2013.