(AGI) - Nuova Delhi, 16 mar. - L'India, uscita pressoche' indenne dalla crisi dei mercati emergenti, continua ad approfittare dei bassi prezzi delle materie prime per rafforzare la propria sicurezza energetica. Il giorno dopo le indiscrezioni sull'accordo con l'Iran per un gasdotto sottomarino che aggiri il Pakistan, e' stata ufficializzata la firma di alcuni importanti accordi che vedono i maggiori gruppi energetici statali indiani rilevare quote di due giacimenti siberiani controllati dalla russa Rosneft, la maggiore compagnia petrolifera quotata del mondo. L'intesa, del valore complessivo di 4,2 miliardi di dollari, risulta assai vantaggiosa per entrambe le parti: Mosca, che ha visto i rapporti con Usa e Ue deteriorarsi in seguito alle crisi in Ucraina e in Siria, riesce infatti cosi' ad allearsi con un investitore di grande peso, capace di fornire risorse per gli investimenti che una Russia in recessione non puo' forse garantire da sola.
Alla cerimonia per la firma dei contratti erano presenti il numero uno di Rosneft, Igor Sechin, uno stretto alleato del presidente Vladimir Putin, e il ministro del Petrolio indiano, Dharmendra Pradhan. "I documenti firmati segnano letteralmente l'apertura di una nuova pagina della cooperazione tra Russia e India nel settore energetico", ha sottolineato Sechin in una nota. "E' di primaria importanza che la cooperazione sia di lungo termine e che' frutti significativi effetti moltiplicativi per le economie di entrambi i paesi", ha dichiarato da parte sua Pradhan, che ha definito gli accordi "un traguardo rimarchevole".
Nel dettaglio, un consorzio firmato da Oil India, Indian Oil Corporation e Bharat PetroResources ha rilevato dal gruppo russo una quota del 29,9% del progetto Taas-Yuryakh e ha firmato un memorandum d'intesa non vincolante per l'acquisto del 23,9% di Vankorneft, controllata di Rosneft che opera il colossale giacimento di Vankor. Un altro 15% di Vankorneft verra' poi acquistato dalla divisione internazionale di India's Oil and Natural Gas Corp, che ha un'opzione per salire al 26%.
L'India, che importa circa l'80% del petrolio che consuma, sta cercando inoltre di sviluppare in maniera piu' intensa le risorse domestiche e ha recentemente approvato misure che rendono piu' semplici i nuovi investimenti del settore. Da questo punto di vista, un'alleanza con Mosca consentira' a Nuova Delhi di accedere a un know-how che al momento non possiede. Pradhan prevede che le nuove misure consentiranno di liberare risorse di idrocarburi pari a 40 miliardi di dollari e attrarre investimenti esteri per 25 miliardi di dollari. (AGI)
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