Iran: al top per fotovoltaico, accordo con italo-inglese Quercus

Iran: al top per fotovoltaico, accordo con italo-inglese Quercus
Juice Images / AGF 
impianto fotovoltaico (Agf)

L'Iran è alla ricerca di energie rinnovabili e punta in particolar modo al fotovoltaico. Il fondo italo-inglese Quercus ha firmato con la Repubblica Islamica un accordo di un valore di 500 milioni di euro per lo sviluppo di un impianto fotovoltaico da 600 megawatts nell'Iran centrale; si tratta del primo progetto della società europea fuori dall'Unione e ciò indica l'interesse altissimo per il mercato persiano. Il territorio dell'Iran offre infatti oltre 300 giorni di sole durante l'anno (2800 ore in media) ed ha un potenziale elevatissimo per lo sviluppo del fotovoltaico. Da oggi, 100 megawatts verranno aggiunti ogni 6 mesi alla capacità della rete iraniana, un grande salto in avanti per Teheran. Il Paese non vuole più produrre il grosso dei suoi 77 mila megawatts di elettricità coi combustibili fossili. Per questioni di inquinamento dell'ambiente ma soprattutto per non "bruciare" la propria ricchezza in petrolio e gas e utilizzare questi beni per l'esportazione diretta o ancora meglio per la creazione di prodotti industriali che offrono chiaramente un valore aggiunto che mediamente è di 10 volte superiore a ciò che si ottiene esportando direttamente le materie prime. Dietro la grande voglia di produzione energetica dell'Iran, anche scopi geopolitici, ossia quello di diventare un fornitore energetico per tutti i paesi limitrofi e poter così creare una sorta di stabilità e convergenza intorno a se. Il nucleare, che nei piani dell'Iran dovrà arrivare a coprire una fetta di 20 mila megawatts (oggi la centrale di Bushehr ne produce solo 1000), nonostante tutto il chiasso mediatico, sarà forse secondario al fotovoltaico. 

Oggi l'Iran produce 63 megawatts grazie al sole, ma il contratto da 600 megawatts con Quercus catapulterà già la nazione nella top ten mondiale; l'impianto stesso sarà il sesto più grande al mondo. E significativo per il paese mediorientale, che nella produzione di energia solare, supererà anche gli Stati Uniti. Ma sarà solo l'inizio: da qui al 2022, l'Iran vuole ha un piano per produrre 26 mila megawatts di energia grazie al generoso sole di Persia; ci vorranno 60 miliardi di dollari di investimenti e per questo Teheran si è data da fare per creare condizioni davvero invitanti per gli investitori stranieri. Il governo del riformista Hassan Rohani ha approvato una regolazione molto favorevole per le rinnovabili dopo il sollevamento parziale dell'embargo: incentivi superiori alla media europea (tramite tariffe certe pagate per ritirare l'energia prodotta per 20 anni, che possono salire di un ulteriore 30 per cento se si utilizzano maestranze e manufatti locali). Oltre a ciò una serie di sgravi fiscali se si opera in aree dell'Iran che devono essere rilanciate economicamente. Un mix che si rivela allettante per per le imprese di mezzo mondo. Per la realizzazione e la gestione dell'impianto da 600 megawatts, per esempio, Quercus avrà una commissione tra l'1 e l'1,5 per cento sull'investimento.

"Visto che l'Iran ha aperto agli affari, siamo lieti di avere un ruolo da leader nella costruzione delle infrastrutture di energia rinnovabile nel paese in questa primissima fase di sviluppo", ha spiegato alla Reuters il Ceo di Quercus, Diego Biasi. Un personaggio, quest'ultimo, un ex manager di Banca Imi e Commerzbank a Londra che in questi anni ha investito in solare e eolico in Italia, Gran Bretagna e Romania. Oltre a lui alla vetta di Quercus vi è pure un altro italiano, Vito Gamberale, già alla guida di Telecom, Autostrade Spa, e "inventore" del fondo infrastrutturale F2i.  L'attuale accordo con traccia decisamente tricolore, va ad aggiungersi ad un altro maxi-progetto che l'Italia realizzerà in Iran: l'impianto fotovoltaico di Qazvin con una capacità di 1000 megawatts e un valore economico di 1,5 miliardi di dollari. Il ritmo con cui l'Iran sta firmando accordi col mondo sul fotovoltaico è pressoché vertiginoso. Società di Germania, Italia, India, Corea del Sud, Giappone, Spagna, Cina e Svizzera stanno negoziando per futuri accordi. Venerdì scorso la società norvegese Scatec Solar ha annunciato di essere entrata nella fase finale dei negoziati con Teheran per lo sviluppo di un impianto da 120 megawatts che può essere ampliato fino a produrne 500; secondo l'ad, Raymond Carlsen, il valore della prima fase del progetto sarà di 120 milioni di dollari. 



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