È da 36 anni che i quindici paesi che compongono la regione dell'Africa occidentale coltivano un sogno: creare una moneta comune. L'obiettivo era stato identificato nel 1983, ma non è stato raggiunto nel 2009 e nemmeno nel 2012 o nel 2015: ora la nuova scadenza è il 2020, ma tutto fa presupporre che non verrà rispettata nemmeno il prossimo anno.
L'idea è nata dopo la creazione nel 1975 della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (ECOWAS), che mira a promuovere l'integrazione economica nella regione, ma troppe cose dovrebbero accadere in brevissimo tempo per ottenere tale traguardo il prossimo anno. Al momento solo una cosa è chiara: il nome della moneta. Si chiamerà eco, che deriva dal nome di questa comunità economica nel suo acronimo in inglese.
Una decisione concordata nel giugno 2019 in una riunione della Commissione ECOWAS ad Abidjan, la capitale economica della Costa d'Avorio, ma che ha suscitato critiche nei social network alludendo alla mancanza di identificazione con il nome e l'assenza di creatività.
Se il nome è l'unica cosa chiara, cosa manca?
Tutto il resto. Da un lato, per partecipare all'uso di questa moneta unica, i paesi devono soddisfare i criteri di convergenza, tra cui: un disavanzo inferiore al 3%, un'inflazione inferiore al 10% e un debito non superiore al 70% del Pil. Nel 2018, ad esempio, nessun paese ha soddisfatto tutti i criteri mentre nel 2017 soltanto tre, secondo i dati della Commissione.
Tutti i paesi devono soddisfare tali requisiti, ma è molto difficile perché tutti dovrebbero farlo nello stesso momento. E poiché parliamo di economie molto volatili (molti dipendono dallo sfruttamento di due o tre materie prime), bisognerebbe fissare un prezzo che vada bene a tutti e ciò è complicatissimo, spiega l'economista senegalese Ndongo Samba Sylla all'agenzia Efe.
I paragoni con l'Europa e la presenza del Franco CFA
Per Sylla il problema è simile a quello della zona euro perché "quando hai una moneta unica, non può funzionare se non hai almeno un bilancio federale. È tragico che il progetto eco sia una imitazione dell'Europa perché si ripeteranno esattamente gli stessi errori. È come se non sapessimo leggere, visto che la storia dell'Eurozona è scritta in dettaglio". Pertanto, sottolinea, i criteri di convergenza che devono essere soddisfatti per far partire la valuta africana "non hanno senso".
Altro ostacolo non da poco per il progetto della moneta unica africana è il fatto che ci sono otto paesi in questo continente che usano il franco CFA, una controversa valuta creata nel 1945 dalla Francia (dal momento che questi paesi erano ex colonie). Per far parte dell'eco dovrebbero "divorziare" dal Ministero del Tesoro francese, dove è conservato il 50% delle riserve di questa valuta.
Ma il franco CFA offre una parità fissa con l'euro e, di conseguenza, una maggiore stabilità, ed è attraente per il capitale straniero. "Se tutti i paesi della zona CFA non abbandonano il franco CFA interrompendo qualsiasi relazione con il tesoro pubblico francese, la Nigeria non entrerà nell'eco", ha dichiarato dal canto suo il presidente dello stato africano (la più grande economia del continente e il primo produttore di petrolio), Muhammadu Buhari.
Tuttavia, ad oggi, nessun paese che utilizza questa valuta ha accennato a un piano di divorzio con la Francia. Al contrario, il presidente della Costa d'Avorio, Alassane Ouattara, ha dichiarato lo scorso luglio che "il franco CFA si chiamerà eco", un segno del poco interesse che ha a separarsi dalla Francia.
I problemi non sono solo questi. Ad oggi, il modello di banca centrale non è stato deciso, nè il regime di cambio - sebbene si sia fatto riferimento alla sua flessibilità - nè al quadro di politica monetaria. D'altra parte, last but not least, non esiste nemmeno un accordo sul simbolo di questa valuta comune.
Allo stesso modo, è necessario tenere presente le realtà eterogenee dei paesi che vogliono aderire alla nuova moneta perché, ad esempio, mentre la Nigeria è una delle maggiori potenze economiche del continente africano, il Niger è il paese più povero del mondo. La Nigeria, con quasi 196 milioni di abitanti nel 2018, rappresenta oltre la metà della popolazione dei quindici paesi dell'Africa occidentale, oltre quasi i due terzi del Pil di questa regione.