(AGI) - Roma, 2 mar. - Nella media del 2014 cresce il tasso didisoccupazione raggiunge il 12,7% dal 12,1% di un anno prima.Lo rende noto l'Istat. Il tasso ha raggiunto i massimi dal1977. Anche nel quarto trimestre 2014, la disoccupazione ha untasso pari al 13,3%, in crescita di 0,6 punti percentuali subase annua.
Mentre il tasso a gennaio si e' attestato al 12,6%. In base alle stime dell'Istat dopo il calo di dicembre, a gennaio il tasso di disoccupazione e' diminuito ancora di 0,1 punti percentuali, tornando sullo stesso livello di 12 mesi prima.
La disoccupazione giovanile (15-24 anni) nel 2014 cresce di 2,6 punti percentualiarrivando al 42,7%. Ilpicco si e' registrato per le giovani donne del Mezzogiorno.
Più 130 Mila posti di lavoro nel 2014, bene ma non basta. Ora al lavoro per i provvedimenti su scuola e banda ultra larga #lavoltabuona
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 2 Marzo 2015
Eurozona: disoccupazione gennaio a 11,2%, minimo da 2012
POLETTI, RISULTATO INCORAGGIANTE DOPO ANNI DI CADUTA - "Il lieve incremento registrato anche agennaio (+ 11 mila rispetto al mese di dicembre) porta ad unaumento complessivo di 131 mila occupati su base annua. E' unrisultato incoraggiante dopo diversi anni di cadutadell'occupazione, che - insieme ai segnali positivi di crescitadella produzione industriale e della fiducia di imprese econsumatori - fa intravedere la possibilita' di un 2015migliore per l'occupazione e l'economia, con un quadro dimaggiore stabilita' in grado di favorire gli investimenti delleimprese". E' quanto afferma il ministro del Lavoro e dellePolitiche Sociali, Giuliano Poletti, commentando i dati Istatdi oggi relativi ad occupati e disoccupati.
"Nei prossimi mesi - sottolinea Poletti - potremo anchevedere l'effetto pieno delle misure varate dal Governo con lariforma del lavoro e con la legge di stabilita' per sostenerela ripresa e, in particolare, per favorire l'occupazionestabile: la decontribuzione triennale per i nuovi assunti concontratto a tempo indeterminato, la deducibilita' dal calcolodell'Irap e l'introduzione del nuovo contratto a tempoindeterminato a tutele crescenti. Anche la riduzione dellaprecarieta', a seguito dell'abolizione delle tipologiecontrattuali piu' precarizzanti, potra' favorire - conclude - la ripresa dei consumi, in quanto da' alle persone unaprospettiva piu' certa e definita". (AGI)