(AGI) - Roma, 3 giu. - L'emergenza lavoro non lascia treguaall'Italia. Nel primo trimestre dell'anno il tasso didisoccupazione ha toccato il massimo dal 1977. Stesso recordper quella giovanile che da 37 anni non raggiungeva certilivelli. In particolare, spiega l'Istat, il tasso didisoccupazione, in crescita da 11 trimestri, raggiunge il 13,6%(+0,8 punti percentuali rispetto a un anno prima) nei primi tremesi dell'anno, il massimo dal primo trimestre del 1977.L'indicatore sale per entrambe le componenti di genere,portandosi al 12,9% per gli uomini e al 14,5% per le donne. Peri giovani (15-24 anni) la situazione e' ancora peggiore: iltasso e' cresciuto nello stesso periodo al 46% (era il 41,9%nel primo trimestre 2013).
Nel Mezzogiorno il 60,9% della forzalavoro giovanile, ossia occupati e disoccupati, e' in cerca dilavoro (347.000 unita'). Tutto questo porta il numero didisoccupati a 3 milioni 487 mila persone. Il dato evidenzia unnuovo ma intenso incremento tendenziale (+6,5% pari a 212.000unita'). La rilevazione mensile, relativa ad aprile, non e'molto migliore. Anche in questo caso i giovani hanno la peggiocon un tasso di disoccupazione al 43,3%, in aumento di 0,4punti percentuali rispetto al mese precedente e di 3,8 puntipercentuali nel confronto tendenziale. Si tratta del valorepiu' alto dal 2004. Stabile invece il tasso generale ad aprilepari al 12,6%, invariato rispetto al mese precedente e inaumento di 0,6 punti percentuali nei 12 mesi.
Secondo ilministro del Lavoro Giuliano Poletti "l'obiettivo e' procedereper produrre entro fine anno il cambio di segno" e, dunque,diminuire il tasso di disoccupazione. A margine di un incontroa Milano, il ministro ha sottolineato: "teniamo conto cheparliamo degli esiti del trimestre in cui il pil e' sceso dello0,1, quindi e' chiaro che l'occupazione e' allineata a queldato". Per il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi idati sono fonte "di vera preoccupazione": "Non raccontiamocistorielle, stiamo strisciando sul fondo. E' dal 2007 cheresistiamo". "La situazione e' letteralmente drammatica e senzaun cambiamento di passo difficilmente commenteremo datimigliori almeno nei prossimi mesi", ha commentato il segretariogenerale della Uil Luigi Angeletti. Toni allarmati anche dalsegretario della Cgil Susanna Camusso secondo cui bisognafinirla di "continuare a ragionare di debiti e di tagli,bisogna ragionare di creazione di lavoro. Altrimenti qualunqueragionamento sulla crescita e' appeso alla speranza". PerCamusso "e', come evidente, un dato molto grave che segna lacrescita della diseguaglianza tra nord e sud, ma soprattuttosegna che non e' partito quel processo che invece dovevaesserci di creazione del lavoro". (AGI).