Roma - "Prevediamo che il prezzo del petrolio potra' attestarsi a 55-60 dollari" al barile entro l'anno. Lo ha affermato l'amministratore delegato dell'Eni, Claudio Descalzi, in una intervista alla trasmissione 'Closing bell' della Cnbc. Per Descalzi "i fondamentali stanno determinando il prezzo del petrolio. La produzione ha rallentato", soprattutto "negli Stati Uniti e nei Paesi non Opec".
Descalzi non nasconde il "momento difficile" per il prezzo del petrolio, sceso anche fino a 30 dollari. "Dobbiamo cambiare cultura e trasformare il modello di business della compagnia - ha proseguito Descalzi - dobbiamo continuare ad investire. Non abbiamo tagliato i costi per le esplorazioni. Continuiamo ad esplorare in aree geologiche che conosciamo molto bene senza prendere grandi rischi. Le esplorazioni sono la base per contenere i costi e per lo sviluppo".
#Italy's energy group @eni celebrated today the 20th anniversary of its IPO with @nyse closing bell ceremony pic.twitter.com/64Lih0wjMw
— Italy in US (@ItalyinUS) 31 maggio 2016
Descalzi ha chiuso a Wall Street le contrattazioni di borsa, con il tradizionale suono della campana, nel giorno in cui si celebrano i 20 anni della quotazione dell'Eni al Nyse. "Non c'ero mai stato. Sicuramente e' stata una grande emozione e una grande soddisfazione. E' stato importante, perche' negli ultimi due anni abbiamo aumentato i nostri investitori americani, con cui domani avro' una serie di incontri. E' un mercato che sta crescendo ed e' molto interessato ad Eni", ha sottolineato Descalzi.
LIBIA
La situazione in Libia mostra segnali di "miglioramento" anche se l'Isis rappresenta una "forte preoccupazione". Lo ha sottolineato l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, interpellato a margine del "closing bell" a Wall Street nel ventesimo anniversario della quotazione del gruppo petrolifero al Nyse. L'Isis "rischia di interrompere o ritardare" il processo di ricostituzione in Libia, secondo il numero uno del Cane a sei zampe. "Il primo ministro libico sta lavorando per la ricostituzione - ha osservato Descalzi - i libici si stanno comportando bene anche sul terreno quindi spero che questa Libia che si e' riunita, questa Libia che ha ritrovato un governo, anche se giovane, possa essere la migliore risposta al terrorismo internazionale e all'Isis".
Dal punto di vista dell'Eni, "la preoccupazione piu' importante e' per i nostri uomini - ha spiegato Descalzi - abbiamo una grandissima componente offshore. Praticamente tutta la produzione e' gas, passa attraverso i tubi quindi e' meno esposta. L'attenzione e' per le persone, tutti quelli che lavorano per noi: non facciamo distinzione tra italiani e libici, francesi o inglesi. La preoccupazione e' sempre presente ma quando si e' preoccupati si e' ancora piu' attenti". C'e' comunque "la percezione di un governo che si e' insediato, che si sente, che ha nominato dei ministri - ha insistito l'ad di Eni - che ha unificato un esercito, che sta facendo collaborare delle milizie di diverse origini, quindi la sensazione e' estremamente positiva: il nuovo primo ministro e' ascoltato, e' trasversale". Certamente il processo e' solo all'inizio e per un "Paese che e' stato per cinque o sei anni in guerra sarebbe non ragionevole pensare che un uomo, in un batter d'occhio, possa risolvere la situazione. In piu' c'e' l'Isis. Ed e' un Paese vasto, di transito. Va aiutato anche sottolineando tutto quello che di positivo si fa per migliorare la situazione. I miglioramenti ci sono e ci sono gli interlocutori. Si puo' lavorare - ha concluso - guardiamo ai fatti positivi".