Roma - Migliorano la condizione finanziaria delle famiglie italiane e l'andamento dei conti pubblici nel II trimestre dell'anno. Secondo i dati certificati dall'Istat, l'indebitamento si e' fermato allo 0,2% del Pil, ai minimi dal 2007. Volano su base tendenziale il reddito delle famiglie al 2,8% e il potere d'acquisto al 2,9%. Scende anche la pressione fiscale ma i consumi restano timidi e la variazione acquisita della crescita per il 2016 viene rivista al ribasso al +0,6%.
Nel secondo trimestre l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil e' stato pari allo 0,2%, a fronte dello 0,9% del corrispondente trimestre del 2015. Complessivamente, nei primi due trimestri del 2016 si e' registrato un indebitamento netto pari al 2,3% del Pil (3,0% nel corrispondente periodo dell'anno precedente). Il saldo primario delle amministrazioni pubbliche (indebitamento al netto degli interessi passivi) e' risultato positivo, con un'incidenza sul Pil del 4,4% (4,1% nel secondo trimestre del 2015). Il saldo corrente delle a.p. e' stato anch'esso positivo, con un'incidenza sul Pil del 3,1% (3,0% nel secondo trimestre del 2015).
Il reddito disponibile delle famiglie e' aumentato dell'1,3% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dello 0,2%. Di conseguenza, la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici e' aumentata di 0,9 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, salendo al 9,6%.
A fronte di un aumento dello 0,1% del deflatore implicito dei consumi delle famiglie, il potere d'acquisto e' aumentato dell'1,1%. In termini tendenziali il reddito e' salito del 2,8% mentre il deflatore dei consumi ha subito una flessione dello 0,1%, determinando una crescita del potere di acquisto del 2,9%. La quota di profitto delle societa' non finanziarie, pari al 41,9%, e' aumentata di 0,8 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Il tasso di investimento e' rimasto invariato al 19,2%.
Infine si alleggerisce il peso del fisco: con una riduzione di 0,4 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, la pressione fiscale cala al 42,3%.
Le associazioni dei consumatori parlano di dati "decisamente ottimistici e sovrastimati", una realta' "parallela - affermano Federconsumatori e Adusbef - che non trova alcun riscontro nella vita che i cittadini conducono". Secondo il Condacons "gli italiani sono sempre piu' 'formiche' e meno 'cicale' e mettono da parte i soldi rimandando gli acquisti al futuro". Confesercenti sottolinea come i dati diffusi da Istat sulla propensione al risparmio "confermano le nostre analisi: gli italiani nutrono maggiori incertezze sul futuro, fanno le formiche e mettono da parte il piu' possibile". (AGI)