Da lavoratori stranieri 8,6% pil, ma guadagnano 25% meno

Roma - L'economia italiana puo' fare a meno dei lavoratori stranieri? Assolutamente no, secondo lo studio della Fondazione Di Vittorio (Cgil) sulle conseguenze della crisi per il lavoro degli immigrati. I dati sono espliciti: nel 2015 i residenti stranieri in Italia sono circa 5 milioni (con un aumento di circa 3,5 milioni rispetto al 2003), di cui piu' del 70% non comunitari. Sono concentrati nelle regioni centro-settentrionali (poco meno dell'85%) e sono mediamente piu' giovani degli italiani (gli over 64 sono meno del 3% mentre tra i residenti di cittadinanza italiana la stessa percentuale supera il 21%). Gli immigrati - prosegue lo studio della Fondazione Di Vittorio - contribuiscono in misura crescente a produrre ricchezza: nel 2014 il loro apporto e' stimato in circa 125 miliardi di euro, pari all'8,6% del pil totale (Rapporto annuale 2015 della Fondazione Leone Moressa). Questa produzione di ricchezza viene adeguatamente retribuita? Il dato reso noto dalla Cgil e' impietoso: a parita' di ore lavorate, gli stranieri guadagnano circa un quarto in meno degli italiani e, nel corso dell'ultimo quinquennio, la distanza si e' ulteriormente ampliata. Anche i titoli di studio aiutano meno gli immigrati rispetto agli italiani nella ricerca di un lavoro e piu' spesso le competenze acquisite non sono valorizzate come dovrebbero.
Perche' gli stranieri guadagnano cosi' tanto meno degli italiani? Nel 2015 rappresentano piu' di un terzo dell'occupazione in professioni non qualificate, con un incremento di 4 punti percentuali dal 2011. Soltanto 10 professioni coprono oltre il 63% dei lavoratori stranieri (contro poco piu' del 21% dei lavoratori italiani) e tra queste ben 4 sono non qualificate (colf, addetti alle pulizie, facchini e braccianti). Nel 2015 in Italia gli addetti ai servizi domestici sono stati 354mila stranieri e 131mila italiani. Gli addetti alla ristorazione sono stati 193mila stranieri e 889mila italiani. Gli addetti alle pulizie sono stati 193mila stranieri e 427mila italiani. Gli operai specializzati edili sono stati 138mila stranieri e 353mila italiani. E' interessante notare che dal 2011 e' cresciuta la percentuale di stranieri tra gli addetti alle pulizie e delle professioni qualificate nei servizi personali (il lavoro di cura alla persona), mentre sono calati soprattutto gli addetti alle costruzioni a causa della drammatica condizione della domanda che ha colpito il settore edile negli anni della crisi. (AGI)