Confesercenti, in tre anni persi 103 mld euro di prestiti
(AGI) - Roma - "Il credit crunch e' tutt'altro cheterminato. Ad agosto lo stock di prestiti alle imprese,comprensivi delle sofferenze, si [...]
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(AGI) - Roma, 27 set. - "Il credit crunch e' tutt'altro cheterminato. Ad agosto lo stock di prestiti alle imprese,comprensivi delle sofferenze, si e' fermato a quota 913miliardi: ben 103 miliardi di euro di prestiti in meno rispettoal novembre 2011, con un crollo complessivo del 10,2%". Alanciare l'allarme e' Massimo Vivoli, Vice Presidente Vicariodi Confesercenti e Presidente di Italia Comfidi. "Grazieall'intervento della Bce negli ultimi mesi - spiega Vivoli -abbiamo assistito a un lento miglioramento della dinamica deiprestiti alle imprese, che pero' sono rimasti sempre interritorio negativo: il dato di agosto mostra ancora unadiminuzione dell'1,3% rispetto all'anno precedente". Asoffrire di piu' - nota la Confesercenti - sono le imprese piu'piccole: quelle con meno di cinque addetti, che sempre nel mesedi agosto, mostrano una flessione del 2,3%, quasi il doppio diquella registrata dalle imprese maggiori (-1,2%). "E' difficileparlare di ripresa in questo scenario - prosegue Vivoli - Anchenel 2014, terzo anno consecutivo di recessione, Italia Comfidiha incrementato ulteriormente i propri interventi di sostegnoalle PMI, registrando un aumento delle imprese garantite.Abbiamo continuato ad offrire un segnale importante di fiduciaalle nostre imprese, ma serve un intervento dell'esecutivo: lePMI sono stremate dallo shock di una pressione fiscaleinsostenibile e da una asfissiante giungla burocratica dinorme. Migliaia di imprese continuano a chiudere i battenti, ifallimenti aumentano: e la dinamica asfittica delle concessionidi prestiti alle aziende riduce sempre di piu' la possibilita',soprattutto per le realta' economiche piu' piccole, diresistere sul mercato interno". "Per questo - conclude Vivoli -chiediamo che il Governo intervenga con sollecitudinepercorrendo la strada indicata con lungimiranza e chiarezza daDraghi e Bce, spingendo le banche a creare le condizioni peragevolare l'accesso al credito di imprese e famiglie e farripartire, in questo modo, l'economia italiana". .