La Food Innovation Global Mission (FIGM), la missione ufficiale patrocinata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, è arrivata alle fasi finali della edizione 2018, portando i 16 ricercatori del Food Innovation Program (FIP) nelle città di Shanghai (dove si sono fermati per la quinta tappa), Bangkok e Mumbai (tra le quali si sono divisi in due delegazioni per la sesta e ultima tappa). Nelle tre metropoli asiatiche gli studenti hanno continuato a scoprire diverse realtà e a studiarle nel segno dei 4 temi di ricerca dell’intera Global Mission: Future Of Proteins, Food Care and the Future of Food Services, Scalable Sustainability and Circular Systems e Agro-innovation and Smart Cities.
Shanghai
Le attività della delegazione di Shanghai sono partite il 23 giugno, giorno in cui i ricercatori hanno partecipato a una prima Tea Ceremony, in cui hanno appreso come ricavare le parti migliori delle foglie di tè e combinare quest’antica arte con le movenze del Tai Chi.
Dopo questa prima esperienza, gli studenti si sono subito immersi nella realtà di Shanghai facendo visita a diversi ristoranti ed attivitá della metropoli asiatica, tutti con concept differenti. Dal ristorante Ultraviolet (che fonde il cibo con innovative tecnologie multi-sensoriali), la Starbucks Reserve Roastery (prima sede nel mondo ad aver implementato programmi di realtà aumentata che mostrano la realizzazione del caffè) fino all’incontro negli headquarter di Google, dove si è parlato dei progetti e delle realtà conosciuti durante la Global Mission e dell’impegno dell’azienda americana nel fornire ai suoi dipendenti cibi sani e piatti nutrienti durante le giornate di lavoro. Non è mancata la visita della delegazione ad Hema (catena di supermercati parte del Gruppo Alibaba che sfrutta l’innovazione tecnologica, sposando le opportunità dell’acquisto tradizionale con quelle del più avanzato commercio on line).
Un altro highlight della esperienza, è stato un workshop co-progettato dalla China Eastern Normal University e l’Università Politecnica di Torino per ridisegnare l’isola abbandonata di Chongming. La prima giornata è stata interamente dedicata alla visita di tale isola, abbandonata da tempo e possibile incubatore di futuri progetti di urban farming sostenibile e innovativo.
In merito a quest’isola, l’università cinese e la delegazione del Food Innovation Program hanno cominciato a riflettere sulla possibilità di rivitalizzare il territorio con la creazione della Food Innovation Design School: questa scuola, che si avvarrà del supporto formativo della ECNU’s School of Design, si concentrerà principalmente su processi tecnologici e innovativi del settore food (tra cui esperienze nuove di servizi, degustazioni e riciclo) e svilupperà nuove forme di conoscenza sull’impatto ambientale delle industrie alimentari e sul patrimonio gastronomico mondiale. Su questo progetto Roberto Pagani, delegato del settore Scienza e Tecnologia del Consolato italiano a Shanghai, ha detto: “L’innovativo food design program dovrà intensificare la crescita sostenibile e la cooperazione tra i Paesi basata sugli scambi culturali e sull’inclusione sociale”.
La seconda giornata universitaria, invece, è stata un momento di riflessione e consolidamento di idee in merito all’isola Chongming: i ricercatori, con il Politecnico di Torino e gli studenti dell’ECNU, hanno sviluppato il progetto Cooktogether (idea che lega lo sviluppo delle community locali ai temi di sostenibilità ambientale e alimentare), pensando anche al problema dell’inquinamento con soluzioni di edible packaging, ossia confezioni commestibili. Su questa iniziativa l’architetto del Politecnico di Torino Lorenzo Savio ha riferito: “Gli studenti hanno avuto la possibilità di svolgere un esercizio sul design creativo volto a fornire una prima impressione su bisogni e richieste del programma del corso e sulle strutture della Scuola da sviluppare nell’isola Chongming. L’esperienza complementare tra il Politecnico di Torino e l’ECNU aprirà opportunità di collaborazione su attività di ricerca e di formazione che coinvolgono tecnologie costruttive e temi di design innovation”.
Altri incontri di grande interesse sono stati quello con BitsxBites (acceleratore di startup che investe in progetti che legano futuro del cibo, sostenibilità e tecnologia) e la partecipazione al Food Education Innovation Forum organizzato da FoodTalk , Robam (azienda di elettrodomestici di Hangzhou che da sempre segue le più interessanti innovazioni tecnologiche in ambito food) e il Food Nutrition Science Center dove si sono confrontati con i maggiori food education advocates della Cina sul futuro delle città e delle loro problematiche alimentari. La delegazione ha avuto anche l'occasione all’interno di questo Forum di vedere i progetti di orticoltura urbana e sostenibile avviati da insegnanti e bambini della scuola alla Hangzhou Shanghai World Foreign Language Primary School.
Il team ha avuto anche l'occasione di visitare Shanghai Disney Resort, incontrando il team che si occupa della gestione del food service all’interno del parco. La serata è poi terminata con una cena al Pure and Whole assieme al founder di questo healthy living restaurant, Frank Steffen. Si tratta di un progetto pionieristico per Shanghai, fondato da expat ispirati dalla cucina buddista e dalla volontà nutrire il consumatore in modo sostenibile con grande attenzione alla salute, senza dimenticare il piacere ed il gusto componenti fondamentali quando si parla di cibo. Importanti sono poi stati gli insights sul futuro dell'agricoltura ottenuti dall'incontro con altre due importanti realtá: Cambio Coffee (realtà che supporta i piccoli agricoltori e le cooperative nella produzione e nel commercio diretto di caffè, che sta svolgendo ricerche nell’ambito della blockchain applicata alla filiera) e Rainbow of Hope (una comunità basata sulla permacultura, un sistema di progettazione per insediamenti umani eco-sostenibili, fondati sulla centralità dell'agricoltura e su un'attenzione particolare al territorio). Altro incontro è stato con CBI, China Bridge, azienda di innovazione e design, pioniera e leader nel mercato cinese con importanti collaborazioni nel mondo food and beverage.
Durante la tappa di Shanghai il consueto appuntamento del Digital Meetup si è spostato virtualmente a Milano, a Piazza Affari, collegandosi con il Digital Influencer & Innovation Day, l’evento della Camera di Commercio Italo-Germanica (AHK Italien) dove ha parlato anche Claudia Laricchia, Head of Institutional Relations and Global Strategic Partnerships del Future Food Institute, che ha presentato insieme a Barilla il caso Legumotti (chicchi realizzati con impasti di farina di legumi e altamente proteici).
Bangkok
Il 3 luglio la delegazione si è mossa in direzione Thailandia. La tappa di Bangkok ha conosciuto un momento di grandissima rilevanza: la firma di un accordo triennale tra il Future Food Institute, Foodinnopolis, hub locale di ricerca, sviluppo e innovazione dell’industria alimentare e il National Science Technology and Innovation Policy Office. Temi centrali dell’accordo sono la costruzione di un ponte di innovazione tra Europa e Thailandia, valorizzando gli interscambi tra gli stakeholder delle relative filiere, nonché un programma di azioni finalizzate al business matching tra operatori economici, comprese le startup, e mondo accademico e della ricerca applicata, consolidando anche le relazioni istituzionali tra Italia e Thailandia. Riguardo quest’accordo anche il dottor Kitipong Wong, segretario delle Royal Thai Armed Forces, ha parlato dell’importanza della partnership per lo sviluppo della ricerca e dell’innovazione delle industrie alimentari locali, dichiarando: “Lo scopo (dell’accordo, ndr) è dare, attraverso la collaborazione con il leader mondiale della food innovation, la possibilità agli imprenditori thailandesi del settore food di competere nell’arena globale e realizzare prodotti alimentari più mirati. Allo stesso tempo, sarà possibile soddisfare i bisogni del mercato mondiale e rendere il personale coinvolto nelle industrie alimentari thailandesi ben più capace di ora”.
Grazie a realtà come FoodInnopolis, la Thailandia è all'avanguardia nell'ambito della food innovation lungo tutta la filiera agroalimentare. Per quello che riguarda la produzione sostenibile, la Sampran Organic Farm, ne rappresenta un modello, grazie alla collaborazione tra le comunità agricole locali. Il Sampran Riverside Hotel è stato il primo a muoversi verso un’ottica di solidarietà con gli agricoltori del luogo, volta verso la produzione di una catena di valore a partire da prodotti organici. L’hotel fornisce ai suoi ospiti prodotti biologici provenienti direttamente dalla sua terra e dai local farmers con i quali collabora.
Oltre alla organic farm, gli studenti hanno potuto conoscere diverse realtà thailandesi dell’ambito food: dal Little Tree Garden Cafè (una serra che offre cibi esotici e circondata da mangrovie) fino all’Or Tor Kor Market (che vende prodotti freschi e salati/stagionati all’esterno), al Doi Kham (locale che serve piatti ispirati all’autentica cucina thailandese e che si basa anche sul commercio di prodotti agricoli di qualità a prezzi equi). In termini di food art molto interessante è stata la cena da Gaggan Indian Cuisine (ristorante di progressive cuisine che basa i suoi menú sulla stagionalità e sulla freschezza degli ingredienti).
Negli spazi di Foodinnopolis i delegati della Global Mission hanno avuto modo di conoscere anche diverse realtà legate all’ambito ricerca e sviluppo del settore food, tra cui il MITR PHOL Group (maggior produttore asiatico di canna da zucchero che si sta concentrando sulla produzione sostenibile di etanolo dalle biomasse e dagli scarti della lavorazione delle piante) e il Betagro Science Center Lab (che offre servizi di monitoraggio sulla salute degli animali ed effettua test sulla qualità del cibo e delle materie prime).
Nei giorni successivi all’accordo la collaborazione con Foodinnopolis è stata molto prolifica: gli studenti del master hanno partecipato al Global Showcase of Foodinnopolis, tenuto dal food hub di Bangkok e da TMA (Thailand Management Association) presso i Glowfish Offices. Qui hanno continuato a riflettere sui 4 cardini della Global Mission (soprattutto sullo sviluppo delle proteine microbiche), discutendo con i delegati del showcase, ascoltando l’intervento del Thai Union Group (azienda leader del mercato seafood che porta avanti progetti di sostenibilità ambientale legati alla pesca), di LightBlue Consulting (che offre servizi di consulenza aziendale in termini di impatto ambientale e sociale) e della Central Food Hall (supermercato gourmet in cui frutta e verdura vengono raccolte alle 6 del mattino e poste sugli scaffali a poche ore di distanza). Al termine della giornata formativa i ricercatori hanno poi conosciuto il ristorante Midnight Moon (che si ispira all’arte e all’artigianato asiatici combinando la sua cucina con elementi vintage e vivide decorazioni floreali).
Infine, i membri della delegazione hanno scoperto altre tre realtà dell’ambito food: MK Kitchen (catena di ristorazione che prepara i suoi piatti in un’unica sede per poi distribuirli e riscaldarli nei diversi punti vendita), Hyatt (catena alberghiera con cui i ricercatori hanno discusso il futuro dei servizi food&beverage) e Amphawa (ristorante galleggiante a 50 km dal centro cittadino che offre pesce o crostacei portati direttamente sulle barche e bancarelle di street food locale).
Mumbai
Alla volta di Mumbai i 16 ricercatori hanno avuto modo di conoscere Aditya Raghavan e Anandita Kamani, i fondatori del Danda Food Project, una realtà che organizza cene esperienziali ed educative, proponendo pietanze alternative, spesso prive di carne, che cercano di riportare alla luce piatti della tradizione e dimenticati mescolando ingredienti di stagione e tecniche moderne di preparazione. Durante la cena è avvenuta una lezione di paneer (il più conosciuto formaggio indiano, a base di latte e yogurt di bufalo) e sono stati degustati i prodotti di Vrindavan Farms, Bombay Duck Brewing, Fresh and Local, Slow Food India, Taru Naturals, seguiti da conversazioni sull’evoluzione di agricoltura e ristorazione in India.
Nei giorni trascorsi nella città indiana altro incontro interessante per la delegazione è stato quello con Earthoholics, impresa sociale nata nel 2011 con l’intento di sensibilizzare la popolazione di Mumbai alle tematiche dell’urban farming e della sostenibilità ambientale che sta attualmente collaborando alla realizzazione di orti biologici urbani all’interno dei complessi residenziali di Arkade Earth (self-sustained nature-themed homes that take you away from technical to ecological).
Il team Grand Hyatt Mumbai F&B ha ospitato i nostri delegati per una colazione "farm to table". È stata un’opportunità per incontrare i fornitori locali, dagli agricoltori che forniscono uova free-range e polli biologici, gli innovatori che producono insalate ed erbe aromatiche con sistemi idroponici nelle aree metropolitane e imprenditori sociali che educano il pubblico sui Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite con i loro prodotti. All’interno dell’hotel è stato recentemente installato un bioreattore per il compostaggio dei rifiuti organici ed avviato un programma di efficienza idrica ed energetica.
Sempre restando nella metropoli indiana di grande rilievo è stato l’incontro del ciclo Food is a Conversation, svoltosi questa volta in collaborazione tra Future Food Institute, The Bombay Canteen (ristorante indiano) e Edible Issues (webzine che si occupa dei problemi alimentari del subcontinente indiano diretta dalle ricercatrici della Global Mission Anusha Murthy e Elizabeth Yorke). Durante l’incontro, tenutosi anche con la partecipazione di Varun Deshpande (manager del chapter indiano di The Good Food Institute) e Sara Roversi (founder di Future Food Institute), numerose sono state le tematiche trattate, tra cui il ruolo della tradizione nei sistemi di food innovation, i compiti degli chef nella risoluzione dei problemi alimentari, il ruolo delle istituzioni nell’alimentazione di qualità e sostenibile e il futuro del sistema agroalimentare indiano.
Infine, il 9 luglio, si è svolto un importante evento di networking per la delegazione del Future Food Institute, organizzato dalla Console Generale d’Italia in India, Dott.ssa Stefania Costanza, presso la propria residenza, alla presenza della business community indiana, della stampa, delle Università e Centri di Ricerca e dei rappresentanti del Climate Reality Project branch India, il network internazionale fondato da Al Gore (Premio Nobel per la Pace ed ex Vice Presidente degli Stati Uniti) composto da oltre 14mila climate leaders provenienti da più di 140 Paesi.
Su quest’ultimo punto, va sottolineato che l’intera Global Mission è stata supportata dal Climate Reality Project Europe e che durante i 2 mesi, la delegazione ha incontrato oltre 50 Climate Leaders ed interagito nel corso della campagna social “Future Food for Climate Change - #FF4CC” con centinaia di climate leaders online, parte dei quali dell’organizzazione internazionale “Youth Climate Leaders Network”. La prima tappa, in Olanda, è stata aperta da una climate presentation del leader olandese ed in India si è chiuso questo ciclo, che rappresenta un’ulteriore risultato e seme di futuro della Global Mission.
Sono stati giorni intensi e pieni di momenti di ispirazione che hanno traghettato il team alla fine di questa bellissima esperienza. La Food innovation Global Mission peró non termina qui. Alle ricercatrici e ai ricercatori toccherá ora il compito piú importante: analizzare i dati raccolti per restituirli alla comunitá, dopo aver sistematizzato questo grande lavoro con i knowledge partner del Future Food Institute, a partire dal DISBA CNR, il Dipartimento di Scienze Bio-Agroalimentari del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dal INAF, l’Istituto Nazionale Canadese di Alimentazione Funzionale.
Un fitto calendario di presentazione dei risultati é infatti giá in allestimento e verrá presentato nelle prossime settimane, a partire da Maker Faire, il calendario a Roma dal 12 al 14 Ottobre 2018.