Roma - Domani si ferma la grande distribuzione con otto ore di sciopero nazionale per sbloccare un contratto di lavoro che interessa 300 mila lavoratori. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, le sigle sindacali che rappresentano i lavoratori del commercio e del turismo, hanno difatti proclamato a livello nazionale un'intera giornata di astensione dal lavoro delle addette e degli addetti delle insegne di supermercati e negozi aderenti a Federdistribuzione per sabato.
L'iniziativa segue la precedente astensione di venerdi' 6 maggio 2016, quando a fermarsi oltre agli addetti dei supermercati sono stati tutti i lavoratori del settore con il contrato nazionale scaduto, cioe' oltre alla grande distribuzione anche il turismo, le farmacie, il termale.
Le trattative sono al momento cessate, - spiegano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs - in quanto Federdistribuzione ha posto condizioni inderogabili e non negoziabili per la sigla del contratto, vale a dire: 1) La destrutturazione del sistema di inquadramenti utilizzando la leva del Jobs act; 2) L'imposizione di norme destinate a consentire alle aziende di derogare a tutte le norme del futuro contratto anche in assenza di accordo tra le parti a livello aziendale; 3) La definizione di aumenti salariali che determinerebbero al 31.12.2018, per i lavoratori del settore aderente a Federdistribuzione, erogazioni salariali inferiori di ben 1.200 euro rispetto a quanto riconosciuto alla stragrande maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori del settore. La massa salariale proposta e' infatti di 1.831 euro al quarto livello a fronte dei 3.000 euro previsti alla stessa data e al medesimo livello d'inquadramento dal contratto Confcommercio gia' rinnovato.
Cosi' a 29 mesi dall'inizio dei negoziati, il confronto e' fermo e su questi temi "inderogabili e non negoziabili" per il sindacato e le posiione appaiono ancora lontane. (AGI)