Coldiretti denuncia "una vera invasione" di olio di oliva dalla Tunisia con un aumento record del 260% delle importazioni nel 2018 rispetto allo scorso anno. "L’Unione Europea – sottolinea Coldiretti – deve respingere al mittente la richiesta del governo di Tunisi di rinnovare la concessione temporanea di contingenti d'esportazione di olio d'oliva a dazio zero verso l'Ue per 35 mila tonnellate all’anno scaduta il 31 dicembre 2017, oltre alle 56.700 tonnellate previste dall'accordo di associazione Ue-Tunisia, in vigore dal 1998".
Coldiretti giudica positivamente la disponibilità manifestata dal vicepremier Di Maio di rivedere i trattati con la Tunisia. E tuttavia ritiene "evidente il rischio della destabilizzazione del mercato con gli arrivi di olio tunisino in Italia che sono quasi quadruplicati nel 2018, sulla base dei dati Istat relativi al primo quadrimestre che attestano l’importazione di 26,6 milioni di chili. Si tratta – spiega Coldiretti - di produzioni di bassa qualità svendute a prezzi insostenibili ma commercializzate dalle multinazionali sotto la copertura di marchi nazionali ceduti all’estero per dare una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri, a danno dei produttori e dei consumatori.
Un rischio concreto per la produzione italiana già colpita dall’ondata di gelo invernale che ora – precisa Coldiretti - va difesa dalla concorrenza sleale che non rispetta le stesse regole dal punto di vista sanitario, ambientale e sociale. In gioco c’è oltre un milione di ettari di terreno coltivato ad ulivo in Italia che è il secondo produttore mondiale di olio di oliva e può contare sul maggior numero di olio extravergine a denominazione in Europa (43 DOP e 4 IGP) con un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive, il più vasto patrimonio di biodiversità del mondo".