Clima: dalla Conferenza di Rio a Parigi, 23 anni di negoziati

Roma - L'accordo della Conferenza di Parigi, se approvato, potrebbe chiudere 23 anni di negoziato internazionale sul clima. E' infatti il 1992 a segnare l'inizio dei colloqui multilaterali quando a New York si istituisce la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che entrera' in vigore nel 1994. Ma e' nel 1997 che a Kyoto, in Giappone, si compie il primo passo fondamentale nella lotta ai gas serra quando per la prima volte tutti gli stati, Usa e Australia esclusi) si assumono impegni di politica nazionale per la riduzione degli Co2. Il protocollo di Kyoto entrera' in vigore nel 2005. E' sempre nel 1992 che iniziano le Conferenze sul clima sotto l'egida dell'Onu. La prima e' a Rio de Janeiro.
1992 - RIO DE JANEIRO - Conferenza sull'Ambiente e sullo Sviluppo delle Nazioni Unite (UNCED) Il "Summit della Terra", a cui presero parte le delegazioni di 154 nazioni, si concluse con la stesura della Convezione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, meglio conosciuta come United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC). Obiettivo del trattato era quello di ridurre le emissioni di gas serra nell'atmosfera, sulla base della teoria del riscaldamento globale. Entrata in vigore, senza alcun vincolo per i singoli Paesi, il 21 marzo 1994, da quell'anno le delegazioni decisero di incontrarsi annualmente nella Conferenza delle Parti (COP).
1995 - BERLINO - COP 1 - Dal primo incontro della Conferenza delle Parti emersero serie preoccupazioni sull'efficacia delle misure elaborate dai singoli Stati per mantenere gli impegni della Convenzione Quadro. Risultato del summit fu il Mandato di Berlino che fissava una fase di ricerca, della durata di due anni, per negoziare Stato per Stato una serie di azioni adeguate.
1996 - GINEVRA - COP 2 - Dalla Seconda conferenza delle parti arrivo' una dichiarazione, basata essenzialmente sulla posizione degli Usa, che accettava i rilievi scientifici sui mutamenti climatici contenuti nel secondo rapporto dell'IPCC, auspicava il ricorso a politiche flessibili e stabiliva l'urgenza di "obblighi a medio termine legalmente vincolanti".
1997 - KYOTO - COP 3 - Il Protocollo di Kyoto fu adottato al termine di negoziati convulsi che videro tra i protagonisti l'ex vicepresidente Usa e Premio Nobel per la Pace Al Gore. Gran parte dei Paesi industrializzati e diversi Stati con economie di transizione accettarono riduzioni legalmente vincolanti delle emissioni di gas serra, comprese mediamente tra il 6 e l'8 per cento rispetto ai livelli del 1990, da realizzare tra il 2008 e il 2012.
2000 - L'AJA - COP 6 - La conferenza de L'Aja, che avrebbe dovuto affrontare i nodi politici ancora irrisolti, fu subito segnata dai contrasti che opposero la delegazione dell'Unione Europea a quella degli Stati Uniti. Una serie di controversie, ad esempio le misure da adottare in caso di mancato adempimento agli obblighi e l'assistenza economica verso i Paesi in via di sviluppo per contrastare i mutamenti climatici, determinarono il fallimento del vertice.
2001 - BONN - COP 6 bis - La conferenza, riunitasi quattro mesi dopo l'uscita degli Stati Uniti dal Protocollo di Kyoto, si chiuse con un accordo sui temi politici piu' controversi. A Bonn fu decisa l'applicazione dei Meccanismi flessibili, venne stabilito un credito per le attivita' che contribuiscono all'abbattimento del carbonio presente nell'atmosfera e fu definita una serie di finanziamenti per agevolare le nazioni in via di sviluppo a ridurre le emissioni di Co2.
2001 - MARRAKESH - COP 7 - Il summit di Marrakesh si concentro' soprattutto sulla creazione delle condizioni necessarie per la ratifica del Protocollo da parte delle singole nazioni. I delegati concordarono che per l'entrata in vigore degli accordi di Kyoto fosse necessaria l'adesione di 55 paesi, responsabili del 55 per cento delle emissioni di Co2 nell'atmosfera nel 1990.
2003 - MILANO - COP 9 - La conferenza fisso' una serie di misure legate soprattutto ai piani di riduzione delle emissioni tramite attivita' di riforestazione.
2005 - MONTREAL - COP 11 - Da qui accordo che puntava a ridefinire gli obiettivi vincolanti in vista della scadenza, nel 2012, del Protocollo di Kyoto. Le 157 delegazioni approvarono un piano di consolidamento del CDM, ovvero dei meccanismi di sviluppo pulito, che avrebbero consentito alle nazioni piu' sviluppate di eseguire progetti di riduzione delle emissioni nei Paesi in via di Sviluppo.
2006 - NAIROBI - COP 12 - La conferenza, nata con l'ambizioso proposito di coinvolgere i Paesi africani nei progetti CDM, non riusci' a stabilire ulteriori obiettivi di riduzione delle emissioni alla scadenza del Protocollo di Kyoto.
2007 - BALI - COP 13 - Al termine di interminabili negoziati, le delegazioni, comprese quelle statunitense, cinese ed indiana, hanno stabilito una "Road map" sul dopo-Kyoto. Nel documento finale viene riconosciuta la necessita' di finanziare le nazioni i via di sviluppo per consentire loro di contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici.
2008 - POZNAN - COP 14 - La conferenza si e' chiusa con un accordo per finanziare un fondo da destinare ai Paesi piu' poveri per fronteggiare gli effetti dei cambiamenti climatici.
2009 - COPENHAGEN - COP 15 - La conferenza, a dispetto delle aspettative della vigilia, si e' chiusa con un accordo interlocutorio messo a punto da Stati Uniti e Cina, con il contributo di India, Brasile e Sud Africa, sostanzialmente accettato dall'Unione Europea. L'accordo di Copenhagen prevede di contenere di due gradi centigradi l'aumento della temperatura media del Pianeta e un impegno finanziario (30 miliardi di dollari l'anno tra il 2010 e il 2012 e 100 miliardi di dollari a partire dal 2020) da parte dei Paesi industrializzati nei confronti delle nazioni piu' povere.
2010 CANCUN - COP 16 - Conferenza inerlocutoria che comunque ha il merito di consolidar eil ruolo della Convenzione delle Nazioni Unite.
2011 DURBAN COP 17 - Il Durban Package, sottoscritto anche da Stati Uniti e Cina, obbliga le Parti a fissare obiettivi di riduzione delle emissioni legalmente vincolanti. L'accordo universale sul clima viene pero' rinviato al 2015 e con effetti dal 2020. A Durban si decide: di estendere di 5 anni la scadenza del Protocollo di Kyoto prevista nel 2012
2012 - DOHA COP 18 - Ancor auna Conferenza di transizione. Si ribadisce l'adozione di un accordo universale sul clima entro il 2015.
2013 - VARSAVIA COP 19 - Si raggiunge il momento piu' buio della storia del negoziato sul clima, con l'abbandono dei lavori da parte delle ONGs per protesta contro la mancanza di presa di responsabilita' degli impegni sottoscritti da parte dei Paesi industrializzati.
2014 - LIMA COP 20 - Si discutono elementi di indirizzo per arrivare alla COP 21 di Parigi. La Conferenza finisce 36 ore dopo il termine fissato. Viene consolidato lo schema su cui lavorare a un accordo definitivo per sostituire il Protocollo di Kyoto che verra' probabimente approvato oggi alla COP 21 DI PARIGI. (AGI)
(12 dicembre 2015)