Cgia: Imu su capannoni costa 10 mld; alberghi i piu' colpiti
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Cgia: Imu su capannoni costa 10 mld; alberghi i piu' colpiti

Cgia: Imu su capannoni costa 10 mld; alberghi i piu' colpiti

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(AGI) - Roma, 10 ott. - Quest'anno l'applicazione dell'Imusugli immobili a uso produttivo costera' 10 miliardi di euro.Dal monitoraggio eseguito dall'Ufficio studi della Cgia suiprincipali capoluoghi di provincia, emerge che la meta' deiComuni considerati applica sui capannoni l'aliquota massima, adimostrazione del fatto che in questi ultimi anni i sindacihanno deciso, nella stragrande maggioranza dei casi, dicontenere la pressione fiscale sulle abitazioni principali, ascapito, tuttavia, di quella sulle attivita' produttive. Al netto delle deduzioni fiscali, gli alberghi saranno leattivita' economiche maggiormente penalizzate dall'applicazionedell'Imu e della Tasi: infatti, quest'anno pagherannomediamente quasi 12.000 euro. Seguono le grandi attivita'commerciali, con poco piu' di 8.000 euro, e i capannoni dellegrandi industrie, con quasi 6.500 euro. Se i capannoni diminori dimensioni subiranno nel 2015 un prelievo medio di 4.000euro, sugli uffici e sugli studi privati gravera' una impostamedia di poco superiore ai 2.000 euro. Infine, su negozi elaboratori artigianali l'Imu "pesera'" rispettivamente 986 e759 euro. "Renzi ha fatto bene ad annunciare l'abolizione, apartire dal 2016, dell'Imu sugli imbullonati - dichiara ilcoordinatore dell'Ufficio studi Paolo Zabeo - grazie a questamisura gli imprenditori risparmieranno circa 250 milioni dieuro. Tuttavia, a nostro avviso, sarebbe ancor piu' necessariodiminuire l'Imu a tutte le imprese, anziche' abbassare l'Ires.In primo luogo perche' la riduzione di quest'ultima impostaavvantaggerebbe soprattutto le grandi imprese, come leattivita' finanziarie e quelle assicurative. In secondo luogoper il fatto che il taglio dell'Ires interesserebbe pochissimeaziende, poco piu' di 600.000. Questa imposta, infatti, e'pagata solo dalla dal 57 per cento delle societa' di capitali:le altre, in massima parte, non la versano perche' presentanocostantemente redditi negativi". Altrettanto preoccupanti sonostati gli aumenti registrati dalle imposte che gravano sugliimmobili strumentali in questo inizio di decennio. Dal 2011,ultimo anno in cui abbiamo pagato l'Ici, al 2015, l'incrementodel carico fiscale sugli uffici ha sfiorato il 150 per cento.Per i negozi l'aumento e' stato del 140 per cento, per ilaboratori artigianali il 110 per cento, mentre per glialberghi e per i capannoni industriali il prelievo e' quasiraddoppiato. L'Ufficio studi della Cgia fa sapere che e' giuntoa questi risultati utilizzando, per ciascuna tipologia diimposta, le aliquote medie risultanti dall'analisi delledelibere dei Comuni capoluogo di provincia pubblicate sul sitodel Dipartimento delle Finanze. Alla data odierna, sono circa70 i Comuni capoluogo che hanno pubblicato le delibere Imu eTasi per l'anno incorso. Per ogni tipologia di immobile sonostate utilizzate le rendite catastali medie estrapolate dallabanca dati dell'Agenzia delle Entrate. In generale, tra lasettantina di Comuni capoluogo di provincia monitorati, perl'anno in corso il 48 per cento dei sindaci ha applicato suicapannoni (categorie catastali D1, D7 e D8) l'aliquota Imumassima del 10,6 per mille (Roma, Milano, Venezia, Bari,Bologna, Firenze, Napoli, etc.). Rispetto al 2014, comunque, il77 per cento circa non ha modificato il prelievo sui capannoni(tra Tasi e Imu), l'8 per cento l'ha diminuito (Padova,Cosenza, Prato, Sondrio, etc.), mentre un altro 14 per centol'ha addirittura elevato (Cuneo, Ferrara, Livorno, Monza,etc.).
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